L’entrata in vigore negli Usa della moratoria di soli 4 mesi sui dazi aggiuntivi del 25% alle importazioni fa scattare la corsa ai prodotti Made in Italy per riempire i magazzini con scorte di Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone ma anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi, cordiali e liquori come amari e limoncello. Lo rende noto la Coldiretti nell’annunciare l’entrata in vigore dell’accordo tra il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente Usa Joe Biden sulla sospensione di tutte le tariffe relative alle controversie Airbus-Boeing su aeromobili e prodotti non aerei per un periodo iniziale di 4 mesi.
“Proprio questo termine sta facendo volare gli ordini anche se l’auspicio è che si tratti di un arco di tempo sufficiente per trovare un accordo definitivo che consenta di salvare le esportazioni di prodotti agroalimentari nazionali per un valore di mezzo miliardo di euro colpite dalla guerra commerciale” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “ci sono le condizioni per un nuovo record storico per le esportazioni agroalimentari nazionali italiani negli Stati Uniti dove con l’avanzare della campagna di vaccinazione iniziano a riaprire i ristoranti che rappresentano un mercato di sbocco determinante per i produttori italiani”. Gli Stati Uniti rappresentano nell’agroalimentare Made in Italy il primo mercato di sbocco fuori dai confini comunitari per un valore record vicino ai 5 miliardi nel 2020, in crescita del 5% nonostante l’emergenza Covid ed i dazi continua Prandini nel precisare che “con il nuovo presidente Usa Biden occorre ora avviare un dialogo costruttivo tra Paesi alleati in un momento drammatico per gli effetti della pandemia”.
Con un crollo del 21% delle esportazioni nel 2020 sono i formaggi Made in Italy i prodotti agroalimentari che – sottolinea la Coldiretti – beneficiano maggiormente dello stop ai dati aggiuntivi Usa che hanno favorito la concorrenza sleale delle imitazione statunitensi che non devono rispettare i rigidi disciplinari delle produzioni nazionali a partire dal Parmesan la cui produzione a livello mondiale ha addirittura superato quella degli originali Parmigiano Reggiano e Grana Padano. Ma duramente colpiti sono stati anche, oltre ai salumi, gli aperitivi e liquori che nel mercato Usa hanno perso circa il 40% del valore export nell’ultimo anno. A differenza di quello francese e tedesco, si è salvato invece il vino italiano che tuttavia ha subito le conseguenze del lockdown della ristorazione con un calo del 4% nel 2020.
L’accordo tra Usa e Ue arriva – conclude la Coldiretti – a poco meno di un anno e mezzo dall’entrata in vigore il 18 ottobre 2019 in Usa di una tariffa aggiuntiva del 25% su una lunga lista di prodotti importati dall’Italia e dall’unione Europea, per iniziativa di Donald Trump alla quale ha fatto successivamente seguito una escalation che ha portato all’entrata in vigore il 10 novembre 2019 di tariffe aggiuntive della Ue sui prodotti Usa pari al 15% per gli aerei che salgono al 25% su ketchup, formaggio cheddar, noccioline, cotone e patate insieme a trattori, consolle e video giochi alla quale gli Stati Uniti hanno replicato colpendo l’importazione di parti di produzione di aeromobili provenienti da Francia e Germania, i vini, il cognac e brandy francesi e tedeschi, che sono inseriti nell’elenco dei prodotti tassati a partire dal 12 gennaio 2021.
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La sospensione dei dazi aggiuntivi sui prodotti agroalimentari europei da parte della nuova amministrazione Biden, nell’ambito di un più ampio accordo con l’Unione europea, è davvero una boccata d’ossigeno per l’export agroalimentare dell’Emilia-Romagna verso gli Usa, in particolare per i prodotti lattiero-caseari come il Parmigiano Reggiano, ma non solo”.
L’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, accoglie con soddisfazione la notizia della fine della guerra commerciale tra le due sponde dell’Atlantico innescata dal contenzioso Airbus-Boeing.
“Dopo un anno di contrazione del mercato horeca a causa della pandemia- sottolinea l’assessore- è molto importante che per le aziende emiliano-romagnole si aprano prospettive positive verso un Paese che rimane uno dei principali mercati per la nostra regione. Il nostro Parmigiano Reggiano Dop, in particolare, è stato molto penalizzato dai dazi introdotti nel 2019 dalla precedente amministrazione Trump, con cali significativi delle esportazioni che hanno toccato anche altri settori”.
“La pandemia mondiale- conclude Mammi- ha rimesso al centro il valore del cibo di qualità, controllato e sicuro, come quello che proviene dai nostri territori. Resto convinto che questo è il tempo nel quale serve uno sforzo corale da parte di tutti i Paesi per creare un mercato globale delle opportunità, mettere da parte guerre commerciali tra Paesi che non giovano a nessuno. Ringrazio la Commissione europea per l’impegno profuso nell’ ottenere questo importante risultato di mediazione politica con gli Stati Uniti”.
Il grande Paese nordamericano è il primo mercato all’export per il “re dei formaggi”, con una quota del 20% sul totale delle esportazioni, pari a circa 12 mila tonnellate di prodotto all’anno. Sul Parmigiano Reggiano dall’ottobre 2019 pesavano tariffe aggiuntive pari al 25% – da 2,15 a 6 dollari al chilo in più – con un aumento del prezzo a scaffale per i consumatori americani dai 40 ai 45 dollari al chilo.