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Pera Igp, al via un programma di rilancio per promuovere un’eccellenza dell’Emilia-Romagna
Conferenza stampa (al centro il presidente Bonaccini e l’assessore Mammi, a sinistra il cav. Bruni e a destra Della Casa)

Tutti insieme a difesa della pera Igp dell’Emilia-Romagna. Con un progetto di rilancio e una sperimentazione innovativa per combattere la ‘maculatura bruna’, un parassita che, insieme alla cimice asiatica, sta mettendo in crisi un settore e un prodotto preziosi della nostra regione: il comparto regionale è infatti primo in Italia per produzione – oltre il 70% delle pere italiane nasce infatti tra Ferrara, Bologna, Modena e Ravenna – e tra i primi in Europa.

La Regione investe oltre 2,3 milioni di euro, tra quest’anno e il prossimo, per sostenere la nuova Aop, Associazione di organizzazioni di produttori, oltre a contributi per la certificazione di prodotto Igp e per la promozione sui mercati nazionali ed esteri. Non solo, proprio per rendere questo frutto più resistente e tollerante alle avversità, oltre alla lotta alla cimice asiatica che dallo scorso anno si avvale dell’introduzione della piccola e innocua vespa samurai con risultati incoraggianti, i Consorzi Fitosanitari di Modena e di Reggio Emilia con un cofinanziamento della Regione stanno lavorando a un progetto innovativo per difendere le pere dalla maculatura bruna, avversità che ha colpito duro negli ultimi due anni. Si tratta di un nuovo progetto che mutua l’esperienza in corso per il settore vitivinicolo e vede al lavoro anche l’Università di Bologna per la realizzazione di uno spray a base di Rna in grado di contrastare la maculatura bruna.

Il piano di rilancio della pera è stato presentato oggi in video conferenza dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, insieme all’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi. Presenti  il presidente del Cso, Paolo Bruni e il direttore scientifico Agroter e responsabile del progetto, Roberto Della Casa. Collegati da remoto l’europarlamentare Paolo De Castro, il presidente del Consorzio della pera dell’Emilia-Romagna Igp, Adriano Aldrovandi, e il rappresentante delle imprese aderenti al progetto, Mauro Grossi.

“L’ortofrutta è un settore strategico per l’agroalimentare della nostra regione- affermano Bonaccini e Mammi– e la pera, uno dei 44 prodotti Dop e Igp che fanno dell’Emilia-Romagna la regione leader in Europa per prodotti con certificazione di qualità e origine controllata, è una delle nostre eccellenze riconosciute a livello nazionale e internazionale. Per questo la costituzione di una associazione di organizzazioni di produttori che ne custodisca e ne sviluppi tutto il potenziale rappresenta un asset economico di rilievo e da sostenere. E oltre ai primi 2,3 milioni di euro di investimento nel biennio continueremo ad appoggiare il progetto con altri fondi fino a tutto il 2024. Parliamo infatti di oltre 15mila addetti, tra attività dirette e indotto, del 35% della produzione lorda vendibile regionale, 18mila e 900 ettari coltivati, quindi occupazione e capacità imprenditoriale, valori che dobbiamo garantire anche guardando al futuro sviluppo della nostra agricoltura”.

“L’elemento di assoluta novità di questa progettualità- spiega Della Casa– è rappresentato dall’utilizzo delle funzionalità previste dal Regolamento Omnibus per favorire l’aggregazione fra imprese. Quest’ultima avrà come elemento comune fra i partecipanti lo sviluppo dell’indicazione geografica protetta sulla pera IGP. La nascita di una Associazione di Organizzazioni di Produttori, aperta anche ad altre imprese, è il cuore pulsante del progetto e si occuperà prioritariamente dello sviluppo e del controllo della qualità delle pere su base collettiva insieme al governo della immissione sul mercato del prodotto”.

“Siamo orgogliosi che l’indicazione geografica protetta sulla pera dell’Emilia-Romagna- aggiunge Aldrovandi– possa fungere da catalizzatore di questo progetto per i produttori del territorio. È una straordinaria opportunità di dare finalmente lustro a una eccellenza del nostro territorio”.

“La situazione di grave crisi del comparto- chiude Grossi– ha compattato il sistema imprenditoriale attorno a un progetto che aggrega i nostri tratti comuni legati a una frutticoltura di qualità rispettando le peculiarità distintive delle singole imprese”.

 

L’impegno della Regione: oltre 2,3 milioni di euro per sostenere la nuova Aop e avanti con la sperimentazione scientifica

Già a partire da quest’anno, la Regione finanzierà con 120mila euro la nascente Aop pera che, anche mettendo insieme i due progetti Opera e Origine Group che si erano sviluppati in parallelo per il rilancio del frutto, aggregherà tutti i produttori dell’Emilia-Romagna per rafforzare lo sviluppo della pera Igp e quindi la qualità e riconoscibilità del frutto. Ad oggi sono già 19 le imprese, di cui sei non Op, che hanno aderito al protocollo d’intesa e che rappresentano approssimativamente fra il 60-70% della produzione gestita a livello regionale.

E nel 2022 altri 2,2 milioni di euro saranno disponibili per sostenere la certificazione del prodotto Igp come catalizzatore comune del processo di valorizzazione del prodotto e per promuovere le pere dell’Emilia-Romagna sui mercati nazionali e internazionali. Obiettivo è portare a raddoppiare la produzione certificata, da meno di 4mila a 8mila tonnellate e nel prossimo far certificare almeno il 35% della produzione controllata dall’Aop.

Sul fronte della sperimentazione scientifica, la Regione ha cofinanziato ai Consorzi Fitosanitari di Modena e di Reggio Emilia un progetto innovativo per individuare tecniche di difesa alternative ai fitofarmaci basate sull’applicazione delle più moderne biotecnologie.  Il programma di lavoro punta a sviluppare preparati per applicazioni esterne di spray a base di Rna in grado di contrastare l’attacco dello ‘Stemphylium vesicarium’, agente della maculatura bruna, malattia che ha determinato gravi danni alle produzioni negli ultimi due anni. Questo sistema si basa su un raffinato meccanismo di riconoscimento e successiva inibizione di alcuni geni specifici. I primi risultati della ricerca si inizieranno a vedere già nel 2023 dopo le valutazioni di laboratorio, di serra e poi, in condizioni controllate, anche di campo dove saranno svolti test di efficacia dello spray su foglie e frutti. Tutta la linea di ricerca è a livello sperimentale e, se i riscontri saranno positivi e la normativa aprirà alle nuove biotecnologie alternative a quelle di vecchia generazione, si potrà passare successivamente al trasferimento della nuova metodologia in campo.

 

Le perdite del comparto tra cambiamento climatico e parassiti

In Emilia-Romagna le perdite stimate nel 2019 come danno economico alla produzione, minore qualità e perdite nel post-raccolta hanno raggiunto un valore complessivo di oltre 206 milioni di euro. La stagione del 2020 si è presentata purtroppo in linea con l’annata precedente facendo registrare un danno economico totale di oltre 85 milioni di euro per la sola varietà Abate Fetèl, che rappresenta il 50% della produzione regionale di pere. E per il 2021 da gennaio a giugno, causa le gelate tardive, le perdite per la nostra regione si attestano complessivamente tra danno alla produzione (244.223.237 milioni di euro), danni economici sui costi fissi delle strutture (96.715.116), danni all’indotto (96.715.116) a oltre 430 milioni di euro (437.653.468). Le perdite di reddito vedono come primi fattori causali i cambiamenti climatici, sempre più intensi, e gli attacchi da cimice asiatica e da maculatura bruna.


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