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ROMA (ITALPRESS) – “Sul nucleare condivido quanto ha detto il ministro Cingolani. Non si può escludere a priori una tecnologia che annulla le emissioni di anidride carbonica». E’quanto sostene a La Repubblica Paolo Scaroni, già amministratore delegato di Enel ed Eni, è oggi vicepresidente della banca d’affari Rothschild.
«Se – come è giusto che sia – l’Europa si pone l’obiettivo di arrivare a zero emissioni di CO 2 nel 2050, nella linea tracciata anche dagli Accordi di Parigi, allora non si può dire di no e basta al nucleare, che ha l’indubbio vantaggio di non generare emissioni».
«Ma il problema non è certo solo italiano, bensì globale. L’effetto serra non si combatte su scala nazionale. E mentre noi stiamo parlando, nel mondo sono in funzione 436 centrali nucleari e altre 53 sono in costruzione: tra queste due in Giappone, dove pure c’è stato l’incidente di Fukushima, una in Finlandia e una in Gran Bretagna; insomma ci sono Paesi sviluppati come noi che usano e investono sul nucleare. La stessa Agenzia internazionale per l’energia prevede che la produzione da fonti nucleari raddoppierà da qui al 2050».
«La transizione energetica, di cui tutti abbiamo capito la necessità, è ai suoi primi vagiti: gli impianti eolici e solari sono apparsi nel 2004 e da allora abbiamo speso ben 3.800 miliardi di dollari per arrivare a coprire con fonti rinnovabili solo il 2% della produzione globale di energia. Se bisognasse arrivare all’80% con gli stessi costi la spesa sarebbe insostenibile. E poi quelle fonti rinnovabili non evitano di utilizzarne altre che producono CO 2 , come il gas, per sopperire ai momenti in cui non c’è vento o luce» ha continuato Scaroni.
“Con le tecnologie che abbiamo oggi, e anche ipotizzando uno sforzo enorme sulle rinnovabili, non saremmo in grado di rispettare gli impegni per il 2050».
(ITALPRESS).


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