Segnali confortanti dall’andamento del Registro camerale. Le imprese attive hanno raggiunto quota 401.156 (+2.167 unità, +0,5 per cento rispetto allo stesso trimestre 2020). Tra i settori, a spiccare per dinamismo sono costruzioni (+1.211 unità, +1,9 per cento) e agli altri servizi diversi dal commercio (+1.985 imprese, +1,4 per cento).
L’emergenza sanitaria non è ancora finita, non mancano incertezze sul futuro, ma la voglia di ricominciare è tanta e le imprese ce la stanno mettendo tutta. Così, a fine settembre 2021, dopo più di nove anni di riduzione continua, la base imprenditoriale regionale riprende a crescere in termini tendenziali.
E’ quanto si evidenzia nell’analisi dei dati del Registro imprese delle Camere di commercio, svolta dall’ufficio studi di Unioncamere Emilia-Romagna.
Si tratta di un “rimbalzo”, che riporta quasi alla dimensione dello stesso periodo del 2019. Alla fine di settembre 2021, le imprese attive erano 401.156 con aumento di 2.167 unità (+0,5 per cento) rispetto allo stesso trimestre 2020. Questo incremento testimonia la volontà di ripartire e l’efficacia delle misure introdotte a sostegno delle imprese, aspetti che hanno decisamente invertito un lungo trend negativo. La disaggregazione dei dati permette infatti di evidenziare gli effetti della pandemia e dei provvedimenti adottati a tutela delle imprese. I segnali di ripartenza sono confortanti come emerge sotto vari aspetti.
I settori di attività economica
Il comparto che ha registrato la maggiore vitalità nel periodo è stato quello delle costruzioni (+1.211 unità, +1,9 per cento), che, avendo beneficiato delle misure di incentivazione governative, ha rafforzato la tendenza positiva avviata a partire dal terzo trimestre 2020. Il maggior impulso alla crescita, in valore assoluto, è stato dato principalmente dagli altri servizi diversi dal commercio (+1.985 imprese, +1,4 per cento). In quest’ambito, il maggiore aumento in termini assoluti lo hanno registrato le imprese dell’immobiliare (436 unità, +1,6 per cento), i servizi di supporto alle imprese e le attività di direzione aziendale e di consulenza gestionale.
A spiccare per dinamismo nel trimestre estivo, i servizi di ristorazione (+327 unità, +1,1 per cento), che hanno trovato prospettive di sviluppo conseguenti all’incremento della domanda dovuto alle riaperture e alla diffusione della vaccinazione.
Da segnalare anche lo sviluppo dei servizi di informazione e comunicazione (+239 imprese, +2,6 per cento), determinato dalle imprese attive nella produzione di software, consulenza informatica e attività connesse (+140 unità, +3,8 per cento), trascinate dallo smart working e dall’accelerazione dell’informatizzazione. Ancora, il continuo incremento delle attività finanziarie e assicurative (+224 unità, +2,4 per cento).
Un ulteriore segnale è giunto dal recupero delle attività artistiche, sportive, intrattenimento e divertimento (+154 unità, +2,6 per cento).
L’unica diminuzione nel periodo arriva dal settore agricoltura, silvicoltura e pesca che accusa un calo di 632 unità (-1,2 per cento). Una variazione determinata peraltro dalla sola agricoltura (-691 unità, -1,3 per cento), mentre crescono le imprese della silvicoltura (+2,6 per cento) e della pesca e acquacultura (+1,9 per cento).
Nella manifattura la perdita è stata di 223 imprese (-0,6 per cento), concentrata in particolare nell’industria della moda (-122 imprese).
Il commercio all’ingrosso ha perso 381 imprese (-1,1 per cento), mentre nel dettaglio è aumentata leggermente (+165 unità, +0,4 per cento).
L’andamento per forma giuridica
L’incremento tendenziale delle imprese attive al termine del terzo trimestre del 2021 è stato determinato sia da un’ulteriore accelerazione della già notevole tendenza all’aumento delle società di capitale (+3.718 unità, +3,9 per cento), che hanno registrato l’aumento più ampio in termini assoluti degli ultimi dodici anni, sia dal contenimento dell’andamento negativo delle ditte individuali, ridottesi di sole 31 unità. La perdita si è sensibilmente ridotta rispetto a quella riferita allo stesso trimestre del 2020 (-2.928 imprese) ed è risultata la più contenuta degli ultimi quattordici anni. Più limitato il rallentamento della tendenza negativa delle società di persone (-1.423 unità, -1,9 per cento), che hanno comunque subito il calo più contenuto degli ultimi sette anni. Infine, è apparsa più ampia la riduzione delle società costituite con altre forme, prevalentemente date da cooperative e consorzi, in flessione dell’1,1 per cento.
Le imprese registrate
Al 30 settembre 2021 le imprese registrate in Emilia-Romagna sono risultate 451.740. Le iscrizioni nel trimestre sono risultate 4.521 e rispetto ai tre mesi precedenti sono aumentate di 774 unità (+0,17 per cento). La dinamica delle imprese nel corso del terzo trimestre è usualmente positiva, anche se inferiore a quella del periodo da aprile a giugno. Anche tenuto conto di ciò, l’incremento congiunturale rilevato appare abbastanza ampio, tanto che risulta il più elevato, dopo quello dello stesso periodo del 2020, riferito al terzo trimestre negli ultimi dieci anni.
Le cessazioni sono risultate pari a 3.783, sostanzialmente invariate al livello dello stesso trimestre del 2020, contenute anche grazie agli interventi a sostegno delle imprese. Lo stesso può essere detto del tasso di mortalità che è sceso allo 0,84 per cento.