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Il Mattarella bis è l’ipotesi più accreditata per uscire dall’impasse per l’elezione della prima carica dello Stato. Un consenso, quello sul presidente della Repubblica uscente, cresciuto giorno dopo giorno, di votazione in votazione. Sul suo nome si è ricompattata la maggioranza.

“Gli italiani non meritano altri giorni di confusione. Io ho la coscienza a posto, ho fatto numerose proposte tutte di alto livello, tutte bocciate dalla sinistra. Riconfermiamo il Presidente Mattarella al Quirinale e Draghi al governo, subito al lavoro da oggi pomeriggio, i problemi degli italiani non aspettano”, il leader della Lega Matteo Salvini.

Silvio Berlusconi ha chiamato Sergio Mattarella, assicurandogli il sostegno di Forza Italia.

Il leader del Pd, Enrico Letta, su Twitter, posta una foto con uno striscione: “Grazie Presidente Mattarella”.

“È il garante di tutti, una figura di alto profilo, super partes e autorevole”, dice il presidente del M5S Giuseppe Conte.

“Squadra che vince non si cambia. Per la solidità del Paese è una soluzione ottima”, dice Matteo Renzi.

“Salvini propone di andare tutti a pregare Mattarella di fare un altro mandato da Presidente della Repubblica. Non voglio crederci”, scrive a stretto giro su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, unica voce fuori dal coro.

Intanto parlando con i giornalisti alla Camera, Pier Ferdinando Casini ha annunciato il suo passo indietro: “Non voglio anteporre ambizioni personali al bene del Paese, io non voglio essere tra questi. Chiedo a tutti i colleghi, al Parlamento, di cui ho sempre difeso la centralità nell’ambito delle istituzioni democratiche, di togliere il mio nome da ogni discussione e di chiedere al presidente della Repubblica Mattarella la disponibilità a continuare il suo mandato nell’interesse dell’Italia”.

Al Quirinale si sono recati i capigruppo della maggioranza e una delegazione dei presidenti delle Regioni per chiedere a Mattarella la disponibilità al secondo mandato. “Il presidente Mattarella ci ha detto che aveva altri piani per il suo futuro, ma vista la situazione ha detto che serve una mano lui c’è, si è messo a disposizione”, ha detto la capogruppo al Senato delle Autonomie al Senato Julia Unterberger, lasciando il Quirinale.

La settima votazione, come previsto, si è conclusa con una fumata nera. Il capo dello Stato Sergio Mattarella raggiunge 387 voti, a seguire Carlo Nordio con 65 e Nino Di Matteo a 39. Nessuno ha raggiunto il quorum di 505. Le schede bianche sono state 60, le nulle 4 e i voti dispersi 9. I presenti in tutto sono stati 976, gli astenuti 380.

(ITALPRESS).


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