Anche nel 2022 la Regione Emilia-Romagna riuscirà a chiudere il bilancio sanitario in pareggio, nonostante i quasi tre anni di pandemia e la crisi energetica, con costi rilevanti che continuano a non essere coperti dallo Stato, in particolare quelli Covid nell’ambito di una doverosa campagna di prevenzione e contrasto nazionale.
Le risorse per mantenere i conti in ordine sono già state definite nell’ambito del bilancio regionale: si sale così a circa un miliardo di euro speso nell’ultimo triennio a fronte di circostanze del tutto straordinarie.
Ma le difficoltà, con cui peraltro devono fare i conti tutte le Regioni dal 2020, non sono più sostenibili senza l’intervento urgente del Governo.
A fare il punto della situazione sono stati oggi nella seduta congiunta delle Commissioni assembleari ‘Salute’ e ‘Bilancio’ gli assessori alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, e al Bilancio, Paolo Calvano.
“Anche nel 2022 raggiungeremo il pareggio di bilancio- hanno spiegato Calvano e Donini- perché attueremo una serie di interventi straordinari che ci consentiranno di recuperare i fondi necessari. Ma sia chiaro che non può continuare così: è il terzo anno consecutivo che interveniamo, con le nostre risorse, per far fronte ai mancati ristori del Governo, che non coprono le spese straordinarie sostenute per contrastare la pandemia. Spese cui si è aggiunto l’aumento del costo dell’energia, per il quale non è previsto ristoro. In tre anni la Regione Emilia-Romagna ha speso un miliardo in più per fronteggiare la pandemia”.
“Al nuovo Esecutivo nazionale appena insediato- proseguono- chiediamo di intervenire con urgenza: faccia intendere se crede nella sanità pubblica, perché nessuna Regione è in grado con le proprie forze di sostituirsi allo Stato. Noi vogliamo continuare a fare fino in fondo la nostra parte per sostenere e migliorare la nostra sanità pubblica, ma Governo e Parlamento devono fare la loro”.
Gli assessori hanno poi sottolineato come il Fondo sanitario italiano debba essere adeguato al livello degli altri Paesi europei e come il Governo debba garantire anche un sostegno per fronteggiare l’aumento dei costi delle bollette, che non colpiscono solo i cittadini e le imprese ma anche le istituzioni pubbliche, in particolare le strutture ospedaliere e i servizi sociosanitari.
“L’Emilia-Romagna- concludono Donini e Calvano- ha una sanità pubblica più grande e performante del resto del Paese: non a caso il PNRR ha preso a riferimento proprio il nostro sistema sanitario regionale, e da tanti punti di vista, per rafforzare l’intero sistema sanitario nazionale: è stato così per le case di comunità, un quarto delle quali oggi sono qui, per l’assistenza domiciliare – qui il target fissato è pressoché già raggiunto – e per la modernizzazione digitale, a partire dal fascicolo sanitario elettronico già pienamente operante nella nostra regione, solo per fare tre esempi. Ma questo sistema a forte e prevalente sanità pubblica deve essere salvaguardato e sostenuto, se non vogliamo creare strutture vuote di personale o smantellare, in modo surrettizio, i servizi ai cittadini. Per questo chiediamo coerenza al Governo e al Parlamento, a partire dalle stesse scelte contenute nel PNRR”.
Le cifre dell’intervento
Secondo le stime previsionali delle Aziende sanitarie locali, per chiudere in equilibrio il bilancio regionale serviranno complessivamente 880 milioni, di cui 500 milioni sono già stati individuati dalla Regione utilizzando accantonamenti, residui di bilancio, fondi resi disponibili tramite diversi decreti governativi, nuove risorse in entrata. Il resto sarà recuperato entro la fine dell’anno con una serie di misure già programmate in ambito nazionale e regionale sul fronte delle compensazioni economiche, oltre che da una stretta gestionale delle singole aziende. A garanzia di un equilibrio finanziario che va assicurato alle aziende sanitarie, la Giunta sta poi approntando ulteriori misure cautelative sul bilancio extra-sanitario, da attivare in caso di estrema necessità laddove il nuovo Governo non corrispondesse pienamente alle misure già attuate l’anno passato.
Da sottolineare il fatto che già oggi il disavanzo previsionale sarebbe nettamente inferiore, pari a 190 milioni, se la Regione potesse contare su 440 milioni dovuti a rimborsi attesi dallo Stato per la gestione della pandemia e non corrisposti e su ulteriori 250 milioni legati all’aumento dei costi energetici. Da qui l’urgenza di un intervento da parte del Governo per rendere sostenibile l’azione della Regione.