Nel pomeriggio di sabato 18 febbraio è stata data esecuzione all’ordinanza emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Modena, su conforme richiesta della locale Procura della Repubblica, con la quale è stata disposta l’applicazione nei confronti di quattro pubblici ufficiali in servizio presso la Polizia Locale di Sassuolo – di cui due con la qualifica di Assistenti e due con la qualifica di Agenti – della misura interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico servizio.
I quattro indagati sono gravemente indiziati del reato di cui all’art. 613 bis c.p., aggravato dall’essere il fatto stato commesso da pubblici ufficiali con abuso dei poteri inerenti la propria funzione. I due Assistenti sono anche gravemente indiziati del reato di falsità ideologica in atto pubblico di cui all’art 479 c.p. per avere redatto e firmato una relazione di servizio il cui contenuto, per quanto emerso dall’attività di indagine sinora svolta, è da ritenersi mendace.
Il procedimento penale è stato iscritto a seguito della circostanziata denuncia formalizzata nell’ottobre 2021 dal Direttore Generale dell’Ospedale di Sassuolo, destinatario, a sua volta, della segnalazione inoltrata dal primario responsabile del Pronto Soccorso, nella quale erano narrati gli accadimenti descritti nelle relazioni redatte dal personale sanitario ed infermieristico di turno tra la sera del 15.10.2021 e le prime ore del 16.10.2021.
“In particolare – si legge nella nota diffusa dalla Procura della Repubblica – si faceva riferimento alle condotte attuate dai quattro indagati, i quali, secondo l’esposto, avevano ripetutamente aggredito un uomo di nazionalità marocchina trasportato presso il Pronto Soccorso dal personale del 118. L’uomo era stato soccorso e trasportato in ambulanza dalla Croce Rossa di Sassuolo in quanto rinvenuto lungo la pubblica via in stato confusionale ed a tratti assopito.
Gli accertamenti sanitari effettuati presso il nosocomio avevano evidenziato una grave crisi ipoglicemica, per la quale, peraltro, lo stesso uomo aveva effettuato un precedente accesso qualche mese prima presso il medesimo Ospedale”.
“Mentre erano in corso gli adempimenti connessi alla raccolta ed all’inserimento dei dati anagrafici ed anamnestici del paziente ed alla rilevazione dei suoi parametri vitali – prosegue la nota – i quattro indagati, giunti presso la struttura ospedaliera senza che alcuno avesse richiesto il loro intervento, avevano iniziato ad inveire contro il paziente, immobilizzandolo con forza alla barella sulla quale era stato collocato incastrandogli le braccia tra le sponde, percuotendolo ripetutamente sul petto ed al capo, uno di loro salendo con i piedi sul suo bacino mettendosi in posizione accovacciata, chiedendogli con insistenza se avesse assunto sostanze stupefacenti.
Tali condotte sono state descritte dettagliatamente dal personale sanitario presente. Dalle dichiarazioni acquisite è, emersa, infatti, la convinzione, esplicitata dagli stessi
indagati ai medici ed infermieri in quel momento impegnati a prestare le cure necessarie, che si trattasse di persona gravitante nell’ambiente dello spaccio di sostanze stupefacenti”.
La persona offesa, operaio in Italia da anni con regolare permesso di soggiorno, peraltro mai denunciato o anche solo foto-segnalato per fatti inerenti gli stupefacenti, non ha ad oggi sporto denuncia per quanto accadutogli non avendo ricordo alcuno di quanto verificatosi presso il Pronto Soccorso, proprio in ragione della condizione di pressoché totale incoscienza in cui versava a causa della gravissima crisi ipoglicemica.
Il Giudice per le Indagini Preliminari ha ritenuto corretta la qualificazione giuridica delle condotte contestate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Modena, anche con riferimento al reato di cui all’art. 613 bis c.p. (tortura) introdotto con legge 14 luglio 2017 n. 110. E’ stato, infatti, ritenuto che la pluralità delle condotte violente attuate dagli indagati, per circa un’ora, avessero cagionato alla persona offesa, che peraltro versava in condizioni di minorata difesa a causa della grave crisi ipoglicemica, acute sofferenze fisiche (elemento costitutivo del reato di tortura differente da quello di lesioni volontarie aggravate), determinando un trattamento inumano e degradante per la dignità della sua persona.
Prima della emissione dell’ordinanza cautelare gli indagati sono stati sottoposti ad interrogatorio dal Gip di Modena, conformemente alle previsioni normative previste per l’applicazione della suddetta misura cautelare interdittiva.
La durata della sospensione dal servizio è stata disposta in misura differente per ciascuno degli indagati.
Le indagini sono state condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Sassuolo con la fattiva e costante collaborazione fornita dalla Comandante della Polizia Locale di Sassuolo. Le gravi condotte contestate coinvolgono solamente i quattro indagati sospesi dal servizio.