Accesi i fuochi per scaldare le piante nei frutteti al gelo dove si rischia di perdere gemme e piccoli frutti già sugli alberi dopo un inverno caldo e secco con il 30% di piogge in meno e che dal punto di vista climatologico ha fatto segnare una temperatura di 1,38 gradi in più al Nord dove nei frutteti vengono usate anche ventole e irrigazioni antigelo per salvare i raccolti. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti in riferimento al crollo delle temperature notturne sotto zero che sta colpendo l’Italia alla vigilia di Pasqua in una situazione di piena emergenza siccità con il Po mai così basso in questo periodo, neve dimezzata sulle montagne e livelli dei laghi ai minimi.
E mentre le primizie della pianura padana sono colpite dal gelo, il Po – evidenzia Coldiretti – è a -3,6 metri sotto lo zero idrometrico con le sponde ridotte a spiagge di sabbia al Ponte della Becca, la neve fra Lombardia e Piemonte è calata di oltre il 50% tagliando le riserve idriche per l’estate e i laghi boccheggiano con il Garda che è ai minimi storici del periodo, mentre i livelli di Como e il Maggiore sono ampiamente sotto la media.
Una tenaglia climatica tra freddo e siccità che – sottolinea la Coldiretti – si abbatte su una natura in tilt con le coltivazioni che si erano risvegliate prima del solito ingannate dalle temperature anomale, con il rischio adesso di perdere i raccolti di un anno di lavoro.
Una situazione che ha fatto entrare anche in funzione i ventilatori antigelo che mescolando gli strati più caldi dell’aria a 14 – 15 m sopra il terreno con quella più fredda che circonda gli alberi permettono di creare una barriera protettiva in grado di salvare i piccoli frutti in maturazione. Ma dall’assalto del gelo gli agricoltori si difendono anche usando il freddo stesso con dei vaporizzatori d’acqua che creano una patina su rami e frutticini che ghiaccia senza soffocare o bruciare la pianta proteggendola al tempo stesso dal crollo eccessivo delle temperature.
I raccolti – spiega Coldiretti – sono sempre più esposti alle conseguenze dei cambiamenti climatici che nell’ultimo anno hanno causato danni per oltre 6 miliardi all’agricoltura italiana. L’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – conclude la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.