I Carabinieri della Stazione Bologna hanno eseguito un fermo di indiziato di delitto della Procura della Repubblica di Bologna nei confronti di un 30enne tunisino, irregolare sul territorio nazionale, indagato per violenza sessuale aggravata e detenzione aggravata ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Intorno alla mezzanotte del 14 settembre scorso, i Carabinieri della Centrale Operativa di Bologna ricevettero la telefonata di una cittadina che riferiva di aver soccorso una ragazzina all’interno dei Giardini Margherita, dove la giovane raccontava di essere stata violentata da uno sconosciuto. Appresa la notizia, i Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Bologna, si recarono sul posto, rintracciando la richiedente che era in compagnia della vittima, 17enne italiana. Nonostante l’accaduto e prima di salire sull’ambulanza con i sanitari del 118 e farsi accompagnare al Pronto Soccorso, la ragazzina trovò la forza per raccontare ai Carabinieri quello che le era accaduto. La giovane, molto dettagliata nel racconto, riferì ai militari di essere stata avvicinata da uno sconosciuto, intento a fumare una canna e bere una birra, mentre si trovava seduta su un’altalena collocata in un’area giochi del parco. La 17enne proseguiva la sua narrazione dicendo che il soggetto, dopo aver carpito la sua fiducia, l’aveva convinta a farsi accompagnare a casa, ma invece di uscire dal parco, l’aveva indotta a dirigersi in un’area appartata, dove la costringeva a subire una violenza sessuale completa, contro la sua volontà. Terminato l’abuso sessuale, il soggetto, dopo essersi pulito con un fazzolettino di carta che gettava per terra, ripartiva a bordo del suo monopattino.
L’area interessata dai fatti venne passata al setaccio dai Carabinieri della Sezione Investigazioni Scientifiche di Bologna che repertarono gli oggetti che aveva utilizzato il presunto autore della violenza sessuale: una bottiglia di birra, un mozzicone di sigaretta e un fazzolettino di carta usato. I reperti furono inviati ai Carabinieri del Raggruppamento Investigazioni Scientifiche di Parma che avviarono le analisi per estrapolare il profilo biologico e dattiloscopico dell’autore del reato. Grazie all’analisi dattiloscopica e genetica sui reperti, i Carabinieri sono riusciti a risalire al presunto autore che è stato identificato nel 30enne tunisino, un soggetto disoccupato, irregolare sul territorio nazionale e con precedenti di polizia contro il patrimonio e in materia di sostanze stupefacenti. Rintracciato dai Carabinieri della Stazione Bologna nel pomeriggio del 17 aprile scorso, mentre passeggiava in via Petroni, il 30enne tunisino è stato arrestato e tradotto in carcere.