I Carabinieri della Stazione Bologna Bertalia, nella giornata di giovedì scorso 18 maggio, hanno eseguito un’ordinanza applicativa della misura cautelare personale dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento alla persona offesa, nei confronti di un 50enne originario di Bologna, celibe, operaio, già noto alle forze dell’ordine, indagato per maltrattamenti contro familiari o conviventi.
Il provvedimento, richiesto dalla Procura della Repubblica di Bologna ed emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari, trae origine dalla presentazione di una querela sporta da una donna 42enne, originaria dell’Ucraina, nubile, operaia, incensurata, che, nel marzo scorso, si è decisa a denunciare, dopo anni di maltrattamenti subiti, il compagno convivente. L’episodio cardine che ha portato la 42enne a sporgere denuncia, è stata la confessione della figlia minorenne, avuta da una sua precedente relazione, la quale raccontava alla madre di essere stata colpita alla testa con dei pugni, sferrati dal 50enne. Le violenze fisiche e psicologiche che la 42enne ha subito durante la convivenza con l’uomo, hanno l’aggravante di essere state commesse in presenze delle figlie minorenni e durante il periodo della sua gravidanza. In particolare la donna denunciava che, dopo aver conosciuto l’uomo verso la metà del 2016, aveva iniziato, unitamente alla figlia minorenne, una convivenza con il 50enne, invogliata anche dalle sue richieste di creare una famiglia. I primi episodi di violenza risalgono al 2017 quando la donna, durante la sua gravidanza, veniva denigrata in ragione del suo aumento di peso ed ingiuriata con frasi offensive. L’uomo, con i suoi comportamenti, aveva creato all’interno del nucleo familiare, un clima oppressivo e pesante, tanto da rendere difficile il proseguimento della vita in comune. In una circostanza, l’uomo oltre ad ingiuriarla con frasi offensive, con violenza la spingeva, tanto da farla cadere per terra e sbattere con il fianco destro. In quella circostanza, veniva trasportata presso il pronto soccorso per essere sottoposta a visita ginecologica. In quell’occasione, l’uomo l’avrebbe minacciata di cacciarla via di casa, qualora avesse rivelato ai sanitari la verità sulle lesioni riportate. Altro episodio risale al mese di settembre del 2017, quando, dopo la nascita della loro figlia, in una circostanza, le saliva con i piedi sulla pancia, cagionandole una forte emorragia. Gli episodi continuavano anche nel 2020, durante il periodo della pandemia, quando l’uomo l’accusava, dicendole di avergli trasmesso il virus del Covid-19. In ultimo quello avvenuto nel maggio scorso quando, a seguito dell’ennesimo litigio, la spingeva e le sferrava un calcio, tanto da procurarle delle lesioni al polso destro, mentre la donna cercava di difendersi dall’aggressione. Convocato dai Carabinieri in caserma, l’uomo è stato sottoposto alla misura cautelare disposta dal Giudice.