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ROMA (ITALPRESS) – “Nel 2015 ho cercato di cambiare la Costituzione e quella riforma fu votata quattro volte dal Parlamento, ma il referendum popolare bocciò la riforma costituzionale. Questa volta mi sono messo in testa non tanto di cambiare la Costituzione, ma voglio attuare quello che c’è scritto all’interno della Costituzione e, se nell’art.5 si parla dell’unità ma anche del riconoscimento della promozione delle autonomie territoriali, io ho la volontà di attuare sia l’uno che l’altro ma definendo i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale. Io mi sono stufato di vedere principi sacrosanti scritti sulla Carta e mai realizzati da nessuno”. Lo ha detto il ministro per gli Affari Regionale e le Autonomie, Roberto Calderoli, nel corso di un incontro a Vibo Valentia. “Il fatto che una Regione gestisca una materia non rappresenta un handicap per quella Regione o per le altre che non l’hanno richiesta, ma rappresenta un qualcosa in più che può esercitare, perchè purtroppo lo Stato ha dimostrato di spendere troppo, in alcuni casi male, o di non spendere affatto. E quindi se Regioni, Province e Comuni sono in grado per il principio di sussidarietà di erogare servizi a un livello più vicino al soggetto che dovrà fruirne, ben venga”, ha aggiunto. Secondo Calderoli “la maggior parte delle critiche che vengono rivolte all’autonomia differenziata è ‘ma non c’è il rischio chè. Non è rischio, le sperequazioni rispetto ai diritti sono una cosa esistente e la nostra finalità è rifurle fino ad annullarle. Insieme al lavoro del ministro Fitto abbiamo fatto una ricerca sulle risorse per potere recuperare quel gap infrastruturale proprio perchè l’obiettivo è che tutte le Regioni vengano messe sulla stessa linea di partenza e poi chi avrà gambe correrà”.
(ITALPRESS).
-foto agenziafotogramma.it-


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