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ROMA (ITALPRESS) – Il Governo “ci sta isolando in Europa” e nel Paese sta “abbandonando i lavoratori poveri” nella morsa dell’inflazione. A sostenerlo in un colloquio con Repubblica è la segretaria del Pd, Elly Schlein, che fa del salario minimo la sua prima scommessa politica. “La ritengo importante, oltre che di sinistra, perchè il Paese è segnato da enormi sacche di lavoro povero, sottopagato, disconosciuto, mortificato – spiega -. Parliamo di tre milioni di italiani indigenti benchè, sulla carta, dotati di un impiego. Sono quei lavoratori che il governo Meloni sceglie di non vedere, si ostina a cancellare. Il decreto Lavoro, varato il Primo maggio, estende i contratti a termine e i voucher, ma archivia il reddito di cittadinanza che si era rivelato in questi anni uno strumento fondamentale per affrontare l’impoverimento progressivo. Il 20 per cento di chi lo prende è povero anche se lavora. Grazie a Giorgia Meloni perderanno questo supporto”. “La nostra – aggiunge – è una risposta forte delle opposizioni, che intanto fanno valere il principio per cui sotto una certa soglia non è più lavoro ma è sfruttamento, è povertà, appunto. Non è solo una proposta sul salario minimo, perchè rafforza la contrattazione collettiva e estende la retribuzione del contratto più rappresentativo a tutti i lavoratori del settore. Fissa una soglia minima di nove euro all’ora sotto la quale non si può andare. Per noi lavoro e povero non devono più stare nella stessa frase”. Secondo Elly Schlein “è importante” che il governo Meloni tenga conto di questa proposta “intanto, perchè non è una proposta velleitaria o strumentale ma un progetto avanzato da tutte le forze politiche che rappresentano l’altra metà degli italiani, quella che non ha votato centrodestra. Ma soprattutto, per l’obiettivo che si propone: far fronte al peso dell’inflazione che grava su moltissime famiglie, erodendone il potere di acquisto e creando sacche enormi di nuova povertà. Meloni e il suo governo non possono girarsi dall’altra parte”. “Abbiamo insistito perchè si lavorasse in modo condiviso – sottolinea -. Alla fine, la proposta sarà firmata e depositata da M5S, Pd, Azione, Sinistra italiana, Verdi e +Europa. Ci siamo sentiti con gli altri leader, ci sono state riunioni congiunte tra i dirigenti e i parlamentari competenti in materia, per noi la responsabile lavoro Cecilia Guerra. Loro hanno portato a termine la stesura del testo. Un metodo che funziona. Lo ritengo davvero un buon inizio”.
In merito al Mes, “questo è il governo dei rinvii e dello scaricabarile – dice -. Non si era mai vista una maggioranza che diserta in massa una seduta parlamentare dedicata alla ratifica di un delicato trattato internazionale, lasciando la sola opposizione in aula a votarla. Ratificare il Mes non significa chiedere l’attivazione di quello strumento, sono due cose diverse. Ma la propaganda e le fake news di Salvini e Meloni oggi si scontrano con la realtà. L’Europa sta attendendo i palleggi di un’Italia prigioniera della campagnaideologica della destra al potere. Questo è un fatto molto grave, l’impressione che ho e che corriamo rischi molto seri”.
Sui migranti “purtroppo – aggiunge – siamo isolati e lo saremo sempre di più, se Giorgia Meloni continua a scegliere gli amici sbagliati. Oggi voltano le spalle alla premier Orbàn e Morawiecki, gli alleati nazionalisti. Poco male, se non fosse che a pagare le conseguenze sarà l’intero Paese. Del resto, quando ci siamo battuti per modificare il Trattato di Dublino loro erano sul fronte opposto. E oggi che la premier si appresta adaccettare un compromesso al ribasso, che non cancella il criterio del primo Paese d’accesso che lascia maggiori responsabilità sull’accoglienza all’Italia, gli amici dell’Est la mollano. C’è sempre qualcuno più sovranista di te che fa gli interessi del suo Paese a discapito del tuo. Non è questa la solidarietà europea”.
E per quanto riguarda le sorti del Pnrr, “sono preoccupata – afferma -. I tentennamenti del governo rischiano di far perdere un’occasione storica all’Italia per ammodernare il Paese, per realizzare la trasformazione digitale, per affrontare la conversione ecologica e, a conti fatti, per ridurre le diseguaglianze. Da mesi il governo non comunica nemmeno le modifiche che intende sottoporre a Bruxelles. Io credo che stiano perdendo tempo perchè non condividono le finalità di questo piano e sarebbe un fatto gravissimo se fallissimo gli obiettivi”.
Poi, in merito alla vicenda Santanchè, sottolinea: “Sono emerse da alcune inchieste giornalistiche delle vicende gravissime, secondo cui le società che fanno capo alla ministra Santanchè non pagavano dipendenti, i fornitori, licenziavano senza tfr. E il Pd ha scoperto un debito con lo Stato per 2,7 milioni di euro. Ora ne risponderà in Parlamento. Ma ci sono ministri che si sono dimessi per molto meno. Quale sia l’esito inevitabile di questa vicenda, per il Pd, è molto chiaro”.
Nel colloquio Elly Schlein parla anche della “estate militante”, della “dieci proposte per un piano casa nazionale che finora è mancato all’Italia”. “Quando siamo arrivati il Pd era fermo al 15 per cento. In due mesi lo abbiamo riportato sopra il 20. Non faccio politica e non compio scelte guardando tutti i giorni i sondaggi. Mi preoccupa piuttosto la massa sempre più consistente di persone che non nutre più alcuna fiducia nella politica e rinuncia al voto. Per me la politica non è competizione con le altre forze di opposizione, ma lottare giorno per giorno per riconquistare la fiducia di chi ci ha rinunciato a votare perchè non crede più che la politica serva a migliorare la propria vita.
Gli elettori torneranno a scommettere su di noi e il Partito democratico se ne farà interprete per guidare un governo che abbia rispetto per i diritti, per il lavoro, per il clima e per l’eguaglianza tra tutti i cittadini”.
credit photo agenziafotogramma.it
(ITALPRESS).


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