Piogge intense, temporali, vento forte, mareggiate e frane in Appennino. Con un bilancio dei danni che, secondo la prima stima speditiva, si aggira sui 155 milioni di euro, per lo più relativi al patrimonio pubblico e alle strade, danneggiate o interrotte.
L’Emilia-Romagna chiede al Governo il riconoscimento dello stato di emergenza per le conseguenze delle tre tempeste atlantiche che si sono abbattute sul territorio regionale tra il 23 ottobre e il 3 novembre scorsi. Interessate innanzitutto le province di Piacenza e Parma, che risultano le più colpite, ma anche Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena e Ravenna.
Col presidente Stefano Bonaccini in missione istituzionale in Giappone, l’istanza è stata firmata oggi dalla vicepresidente della Regione, Irene Priolo, ed è stata inviata alla Presidenza del Consiglio, al ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, e al Capo del Dipartimento nazionale di Protezione civile, Fabrizio Curcio.
“L’ondata di maltempo ha messo nuovamente alla prova il nostro territorio, in particolare l’Emilia occidentale. Serve affrontare le criticità che si sono aperte, per assicurare il ritorno alla normalità e garantire ai cittadini risposte concrete- spiega Priolo-. La dichiarazione dello stato di emergenza nazionale, con il conseguente stanziamento di risorse, è quindi necessaria per affrontare la situazione determinata dagli eventi meteo, oltre che per ristorare i danni subiti da privati e imprese”.
La stima dei danni
Secondo la prima stima, ammontano in totale a circa 155 milioni di euro i danni causati dal maltempo di fine ottobre-inizio novembre in Emilia-Romagna. La quota più consistente – per oltre 150 milioni di euro – riguarda il patrimonio pubblico, in particolare in seguito alle ripercussioni di frane e dissesti sulla viabilità, con danni o interruzioni della rete stradale e, in alcuni casi, isolamenti di abitati in Appennino. A questi si aggiungono danneggiamenti per circa 2milioni 900mila euro relativi a edifici privati e per 1 milione 420mila euro riguardanti attività produttive.