Ieri, su delega della Procura della Repubblica, la Polizia di Stato e la Guardia di Finanza di Modena hanno proceduto all’arresto di una donna indagata per il delitto di truffa aggravata e di falso in atto pubblico, nonché al sequestro preventivo nei confronti della stessa fino a concorrenza della somma di poco più di 120 mila euro, in esecuzione di ordinanza cautelare e decreto di sequestro preventivo emessi dal Giudice per le indagini preliminari di Modena.
I provvedimenti cautelari, personale e reale, sono stati disposti su richiesta di questa Procura della Repubblica all’esito di un’articolata attività d’indagine condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Modena e dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Modena a partire dal mese di ottobre 2023, a contrasto del fenomeno delle truffe perpetrate in danno di persone anziane e fragili.
In particolare l’indagine ha avuto origine dalla segnalazione pervenuta al numero di pubblica utilità 112 da parte del personale di un istituto di credito che aveva rilevato il depauperarsi in breve tempo dei risparmi presenti sul conto corrente di una anziana cliente.
Le attività investigative, realizzate attraverso l’audizione di numerose persone informate sui fatti e l’esame di documentazione bancaria, hanno consentito di disvelare e ricostruire una insidiosa condotta fraudolenta finalizzata a circuire la vittima della truffa approfittando della sua vulnerabilità.
L’indagata, presentandosi come dottoressa plurilaureata, prospettava falsamente alla vittima l’esistenza di controversie giudiziarie pendenti dinnanzi a diverse autorità giudiziarie, della cui definizione simulava di interessarsi, creando documentazione giudiziaria contraffatta che esibiva alla persona offesa facendole apparire come dovute spese legali e sanzioni pecuniarie in realtà inesistenti, così ottenendo dalla stessa la consegna di cospicue somme di denaro di cui si appropriava.
La stessa, in precedenza, aveva già patteggiato la pena di 1 anno, 9 mesi e 10 giorni di reclusione (pena sospesa), per fatti accaduti nell’anno 2006, per il delitto di concussione. Nel capo di imputazione della sentenza pronunciata dal Gup del Tribunale di Bologna, divenuta irrevocabile il 15 novembre 2014, veniva contestato all’imputata “nella propria qualità di pubblico ufficiale, quale messo notificatore straordinario nominato dal concessionario alla riscossione dei tributi …, all’attività di notificazione degli atti e non anche alla riscossione dei tributi e rilascio quietanze, esigendo il pagamento di cartelle esattoriali già notificate e qualificandosi quale ufficiale giudiziario col potere di poter ricorrere alla forza pubblica (…) per il sequestro di beni, costringeva … a consegnarle indebitamente la somma di … per il pagamento delle cartelle suddette”.
Il Giudice per le indagini preliminari, accogliendo le richieste della Procura della Repubblica, ravvisando la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari, ha applicato all’indagata la misura degli arresti domiciliari disponendo altresì il sequestro preventivo del profitto del reato pari al danno arrecato ricostruito in poco più di 120 mila euro.
Nel corso delle perquisizioni eseguite contestualmente all’arresto sono stati recuperati e sequestrati preventivamente quasi 4.500 euro in contanti, nonché sequestrati documenti rilevanti ai fini della prova.