Nella notte di sabato 10 agosto personale della Squadra Mobile di Reggio Emilia ha dato esecuzione a tre provvedimenti di fermo di indiziato di delitto, emessi venerdì sera dalla Procura della Repubblica diretta dal dott. Calogero Gaetano Paci, a carico di tre soggetti presunti autori di estorsione aggravata in concorso ai danni un imprenditore di origini campane. Contestualmente personale dalla Guardia di Finanza e dell’Arma dei Carabinieri ha dato esecuzione a tre perquisizioni delegate dalla Procura della Repubblica a carico dei presunti mandanti delle condotte estorsive ed usurarie.
L’operazione si sviluppa nell’ambito di una complessa attività investigativa in cui sono iscritte otto persone per diversi reati, tutti commessi in concorso, quali usura, estorsione aggravata ed emissione o rilascio di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti allo scopo di evasione fiscale.
Nello specifico, le indagini degli investigatori reggiani hanno avuto inizio a seguito delle dichiarazioni rilasciate da un imprenditore che riferiva di essere stato inserito in un meccanismo criminale (già scoperto dalla Procura della Repubblica con l’operazione Mindfield) e di aver subito, in tale contesto, plurime richieste di denaro, estorsive ed usurarie, avanzate da diversi soggetti. Le minacce più gravi ed esplicite erano state rivolte da un giovane calabrese figlio di un condannato, in via definitiva, per mafia nell’ambito dell’operazione Aemilia.
Grazie ad un’accurata attività di indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio Emilia, e che si è avvalsa di complesse attività tecniche, venivano documentate le attività estorsive in danno dell’imprenditore e dei suoi famigliari.
I tre soggetti colpiti dal provvedimento di fermo di indiziato di delitto, rispettivamente di 41, 34 e 27 anni, sono gravemente indiziati di avere svolto il ruolo di esecutori materiali delle attività estorsive poste in essere sulla base delle direttive impartite da altri due soggetti, di origine calabrese, già destinatari di misure cautelari in quanto tratti in arresto nell’ambito dell’operazione della operazione “Mindfield”.
Sulla base di quanto emerso, dunque, sabato notte oltre 50 operatori delle Forze dell’ordine hanno dato esecuzione ai provvedimenti emessi dalla Procura della Repubblica. Gli operatori della Squadra Mobile di Reggio Emilia hanno eseguito il provvedimento di fermo nei confronti dei tre presunti esecutori materiali delle estorsioni; i tre si trovano attualmente detenuti presso la locale Casa Circondariale a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Contestualmente alla esecuzione dei fermi Guardia di Finanza ed Arma dei Carabinieri hanno proceduto a tre perquisizioni delegate emesse a carico di ulteriori quattro indagati sequestrando apparati telefonici ed informatici il cui contenuto è al vaglio degli inquirenti.
L’operazione in parola evenienza, ancora una volta, l’attenzione degli inquirenti al contrasto dei reati finanziari il cui naturale sfogo ed epilogo è quello di gravissimi reati, contro il patrimonio e la persona, consumati in danno di soggetti che erano entrate a far parte del meccanismo criminale.