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Furto al Centro Sociale Papa Giovanni XXIII° di Reggio Emilia: denunciato il presunto autoreDopo il furto di materiale informatico sottratto nottetempo dagli uffici del Centro Sociale Papa Giovanni XXIII°, è andato a dormire in un appartamento, guarda caso, di proprietà della stessa associazione dove si è introdotto forzando la porta d’accesso. Quando su richiesta degli operatori dell’associazione i carabinieri della sezione radiomobile sono intervenuti, hanno trovato l’uomo che dormiva all’interno dell’appartamento con accanto la refurtiva sottratta dagli uffici.

I carabinieri della sezione radiomobile della compagnia di Reggio Emilia, hanno denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale un 30enne residente a Reggio. La refurtiva, costituita da due computer e un telefono in uso all’associazione, è stata recuperata e restituita ai derubati. Il relativo procedimento, in fase di indagini preliminari, proseguirà per i consueti approfondimenti investigativi al fine delle valutazioni e determinazioni inerenti all’esercizio dell’azione penale.

Il presunto ladro, nottetempo dopo aver infranto la vetrata dell’ufficio, si è introdotto all’interno dei locali che ospitano l’associazione asportando due computer e un telefono cellulare con i quali si è poi dileguato. Il presunto ladro non è andato troppo lontano, in quanto dopo aver forzato la porta di un appartamento, sempre di proprietà dell’associazione, si introduceva all’interno per dormire. Sono stati due addetti a sorprendere l’uomo dormire con accanto due computer e un cellulare. Per questo motivo hanno allertato il 112 dei carabinieri che ha inviato sul posto una pattuglia della sezione radiomobile della compagnia di Reggio Emilia. I militari hanno così accertato che quanto da lui posseduto, ovvero i due computer e il telefono cellulare, risultavano essere quelli sottratti all’associazione. L’uomo è stato quindi condotto in caserma dove, nel corso degli sviluppi investigativi, i carabinieri della radiomobile acquisivano a suo carico elementi di presunta responsabilità, per cui veniva quindi denunciato alla Procura reggiana in ordine al reato di furto aggravato. La refurtiva terminati gli accertamenti veniva quindi restituita all’associazione derubata.

 

 


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