La flavescenza dorata della vite rappresenta una delle principali emergenze fitosanitarie per il settore vitivinicolo emiliano-romagnolo. Per fare il punto su questa problematica e individuare le migliori strategie di intervento, Coldiretti Emilia Romagna ha organizzato il convegno online dal titolo: “Contrasto alla flavescenza dorata della vite: a che punto siamo?”, in programma giovedì 30 gennaio 2025 alle ore 16:00. L’evento offrirà un’analisi approfondita delle cause e delle conseguenze della malattia, delle soluzioni già adottate a livello regionale e nazionale, e delle prospettive offerte dalla ricerca e dall’innovazione tecnologica.
Tra i relatori, si segnalano figure di alto profilo come Domenico Bosco, responsabile Ufficio Vitivinicolo e Filiera della Birra, Area Economica Confederazione Nazionale Coldiretti; Stefano Boncompagni, responsabile Settore Fitosanitario e Difesa delle Produzioni Regione Emilia-Romagna; Luca Casoli, direttore del Consorzio Fitosanitario Provinciale di Modena; Fabio Mantovani, professore ordinario del Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra dell’Università di Ferrara.
Causata da un fitoplasma trasmesso dalla cicalina Scaphoideus titanus, la flavescenza dorata provoca ingiallimento delle foglie, perdita di produttività e morte delle viti. Con i suoi oltre 53.000 ettari di vigneti – che fanno dell’Emilia-Romagna la quinta regione italiana per estensione – la viticoltura è un pilastro economico del territorio, ma questa malattia mette a rischio l’intero comparto.
“Gli agricoltori hanno bisogno di risposte rapide e strumenti concreti,” dichiara Marco Allaria Olivieri, Direttore di Coldiretti Emilia Romagna. Per affrontare questa emergenza, la regione ha avviato dal 2023 un piano triennale che combina strategie agronomiche, attività di vigilanza e informazione.
Il convegno evidenzierà anche il ruolo cruciale della ricerca nel contenere la diffusione della flavescenza dorata. Lo sviluppo di nuovi prodotti per combattere il vettore della malattia, unito all’applicazione delle Nuove Tecnologie Genomiche (NGT), rappresenta un’importante opportunità per il settore.
Le NGT, che si differenziano dagli OGM poiché non prevedono l’inserimento di DNA estraneo alla pianta, permettono di riprodurre in modo mirato i meccanismi evolutivi naturali. Queste tecnologie avanzate potrebbero aiutare non solo nella lotta alla flavescenza dorata, ma anche nella gestione di altre patologie emergenti e nella riduzione dell’impatto ambientale, favorendo al contempo la redditività delle aziende agricole.