Così Cgil Cisl e Uil Emilia Romagna: “Siamo sorpresi dalla conferenza stampa della Regione sulla manovra 2025, una uscita che giudichiamo sbagliata e irrispettosa di un confronto con le parti sociali, mai iniziato, che si profilava molto delicato, soprattutto nel momento in cui per finalità anche condivisibili si finisce per mettere le mani nelle tasche dei cittadini.
Le cinque priorità indicate dalla Regione (sanità, non autosufficienza, messa in sicurezza del territorio, Tpl e casa) sono condivisibili nei titoli e conformi a nostre rivendicazioni di lunga data, ma vanno analizzate e contestualizzate.
Tuttavia sul piano delle entrate e della leva fiscale avremmo avuto bisogno di approfondimenti tecnici e politici, premessa della costruzione di affidamenti condivisi, collegando l’aumento di tassazione al valore della salvaguardia del nostro sistema sanitario e sociosanitario.
Per noi è fondamentale preservare i principi di equità e progressività del sistema, avendo cura che i costi e gli investimenti non gravino sulle tasche di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati che già sostengono oltre l’80% della fiscalità generale e faticano ad arrivare a fine mese. I soldi vanno presi prima di tutto dalle tasche di chi ne ha di più. Dobbiamo manifestare rammarico e delusione per una falsa partenza del confronto, sbagliata nel metodo e, nel merito, incompleta nei contenuti della proposta”.
Tullia Bevilacqua (Ugl):
“Il bilancio 2024 della sanità regionale dell’Emilia-Romagna si chiuderà con 200 milioni di squilibrio. Lo ha annunciato il governatore de Pascale e per effetto di questa valutazione ha anticipato che verrà maggiorata l’addizionale regionale Irpef, ci sarà un aumento dei ticket per alcune prestazioni, e verranno applicate maggiorazioni su Irap e Bollo auto. Sottolineando una fragilità del sistema dei conti pubblici in sanità che doveva e poteva essere gestita prima possibilmente con una concertazione sulle misure di rigore che si annunciano oggi di dover applicare. Il nostro sindacato, per primo, aveva da anni annunciato il pericolo dei ‘conti in rosso della sanità’ ed oggi i nodi sono venuti al pettine”, afferma in una nota Tullia Bevilacqua, segretario regionale di Ugl Emilia-Romagna.
“Ci si dice che la manovra regionale non incide sulle prestazioni sanitarie. Ma il problema di fondo rimane: non s’è risolto per tempo il problema delle risorse necessarie per avviare quel da più parti promesso piano di assunzioni straordinario e valorizzazione del personale socio – sanitario pubblico: medici, infermieri e oss per primi, che affrontano quotidianamente turni massacranti e sono chiamati alla reperibilità”, continua il ragionamento Tullia Bevilacqua.
“La carenza di personale nel sistema sanitario regionale dell’Emilia-Romagna è purtroppo una realtà. E qui si vive un’incongruenza: la Regione stessa negli ultimi anni ha invitato le varie aziende sanitarie locali a contenere la spesa, ma al contempo disponeva spese per manager e consulenti esterni ancora troppo alte”, ravvisa il segretario regionale di Ugl Emilia-Romagna.
“Come sindacato insistiamo sulla necessità di mantenere alta la capacità di risposta e la qualità dei servizi sanitari ai cittadini abbandonando – anche in un’ottica di concertazione con lo Stato e il governo – le politiche di disinvestimenti o indebolimento della rete dei servizi sanitari pubblici. A nostro parere è necessario avviare un programma di nuove assunzioni e discutere di un programma di riallineamento tra le necessità della medicina generale e della rete ospedaliera e dei servizi sanitari locali, per evitare che a subirne il contraccolpo sia, oltre che il personale in servizio chiamato a turni a volte insostenibili, pur in presenza di un alto numero di medici precari, sia il cittadino/utente che è il soggetto a cui si dovrebbero dedicare – anche per diritto costituzionale – tutte le attenzioni e tutte le risorse. Lo stesso cittadino chiamato oggi a dover pagare più tasse”- conclude il segretario regionale di Ugl Emilia-Romagna Tullia Bevilacqua.