E’ partita dalla morte di una donna per overdose, nell’aprile del 2019 a Granarolo Emilia, l’indagine dei carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di San Lazzaro di Savena che ha portato all’emissione di 12 misure cautelari – tra arresti in carcere, arresti domiciliari e obbligo di presentazione alla P.G., a cui si aggiungono 7 avvisi di fine indagine, per un totale di 19 indagati – per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, porto abusivo di armi e ricettazione.
I carabinieri di San Lazzaro hanno individuato due diversi gruppi di spacciatori, collegati tra di loro. L’intermediario tra i due gruppi era un ex avvocato, residente a Bologna ma di origine umbra, recentemente radiato dall’albo a seguito di un’altra indagine della Squadra Mobile.
Ai vertici del primo gruppo di spacciatori, tutti marocchini, c’erano tre grossisti. Per lo spaccio al dettaglio si avvalevano di una banda che, di base a San Benedetto Val di Sambro, gestita il traffico di droga tra l’Appennino e la città. Vendevano hascisc, marijuana e cocaina. Per evitare rischi, la droga veniva nascosta nei boschi dell’Appennino.
Il secondo gruppo, guidato da un 25enne bolognese, operava nel quartiere Santa Viola. Il giovane gestiva un intenso traffico di droga sul territorio bolognese. Almeno un migliaio le cessioni accertate, a volte anche tramite il lancio di ‘pezzi’ o palline di stupefacente dalla finestra dell’abitazione del 25enne.