Non risente della crisi la base imprenditoriale estera regionale che accelera la crescita tendenziale, mentre prosegue all’opposto costante la flessione delle imprese non straniere. In Emilia-Romagna, al 30 giugno, le imprese attive straniere risultano 49.899 (il 12,5 per cento del totale) con un aumento in un anno di 1.126 unità, +2,3 per cento. Si amplia la contrazione delle imprese di nati in Italia (-1,1 per cento). A livello nazionale, le imprese di stranieri hanno superato le 554 mila unità, con una crescita dell’1,9 per cento, mentre le altre imprese sono diminuite solo leggermente (-0,4 per cento). Questi sono i principali dati aggiornati del Registro delle imprese delle Camere di commercio elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna. Tra le regioni italiane, le imprese straniere diminuiscono solo in Calabria. L’Emilia-Romagna è l’ottava regione per crescita e nelle altre regioni leader con cui si confronta la crescita delle imprese straniere è sensibilmente più contenuta in Lombardia (+1,2 per cento), pressocché identica in Veneto (+2,2 per cento), ma notevolmente più veloce in Piemonte (+3,4 per cento). In Lombardia e Veneto però, le imprese non straniere tengono meglio (-0,9 e -1,0 per cento rispettivamente).
I settori. La crescita delle imprese straniere si concentra sostanzialmente nei servizi, che con 612 imprese in più aumenta del 2,4 per cento. Qui la tendenza è data dal rapido e ampio incremento nell’aggregato degli altri servizi diversi dal commercio (+486 imprese, +3,6 per cento), tuttavia, le imprese estere registrano una discreta crescita anche nel commercio (+126 imprese, +1,0 per cento), sia pure con una dinamica contenuta, mentre nello stesso settore le imprese non estere si riducono del 2,3 per cento. La crescita della base imprenditoriale straniera dell’industria si conferma minima (+0,7 per cento, +35 unità), ma a fronte di una flessione delle imprese industriali non estere (-1,6 per cento). Invece, accelera la crescita delle imprese straniere attive nelle costruzioni (+2,6 per cento, +446 unità), che risulta la più ampia degli ultimi 8 anni, mentre le altre imprese del settore diminuiscono dell’1,0 per cento.
Infine, si conferma elevata e in accelerazione l’aumento in agricoltura (+4,2 per cento), peraltro per le imprese estere settore ancora marginale, dove invece si riducono del 2,0 per cento le imprese agricole non straniere.
La forma giuridica. Le società di capitale hanno registrato una crescita notevolmente rapida e molto rilevante in termini assoluti (+11,1 per cento, pari a 598 unità in più), la seconda più ampia riferita al secondo trimestre degli ultimi 9 anni, sostenuta dall’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata semplificata. Le ditte individuali, che hanno fatto segnare un aumento di 537 unità, pari a un +1,4 per cento. La normativa relativa alle società a responsabilità limitata ha avuto effetti negativi sulla consistenza delle società di persone risultate però costanti (-0,1 per cento). L’insieme di cooperative e i consorzi si è ridotto dello 0,8 per cento.