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Aeroporti dell’Emilia-Romagna, l’impegno della Regione: 27 milioni di investimenti, pianificazione e dialogo pubblico-privato“La strategia regionale sugli aeroporti c’è ed è molto chiara: abbiamo quattro scali attivi in Emilia-Romagna sui quali, da inizio legislatura, abbiamo operato perché venissero confermate le loro diverse e complementari vocazioni. Occorre continuare a sostenere il loro posizionamento, insieme ai lavori già cantierati, chiusi o da avviare, utili a renderli sempre più competitivi sui mercati nazionale e internazionale. Lo spazio c’è per tutti”.

Così l’assessore regionale a Infrastrutture e Mobilità, Andrea Corsini, spiega la strategia di viale Aldo Moro sugli aeroporti di Bologna, Parma, Rimini e Forlì.

“Come Regione ci siamo fatti carico, in modo importante, della loro crescita sostenibile- prosegue l’assessore-. Soprattutto per permettere agli aeroporti di non collassare durante il periodo pandemico. Ricordo che stiamo investendo 12 milioni di euro sia sullo scalo di Rimini che su quello di Parma e 3 milioni di euro su quello di Forlì. Investimenti massimi, oltre non si poteva andare per le regole europee. E abbiamo accompagnato il Comune di Parma e il suo aeroporto per consentire l’ingresso di soci privati che dovranno ora dimostrare di investire. Li abbiamo portati tutti fuori dal Covid”.

“Adesso ogni aeroporto sta portando avanti il proprio piano industriale e le proprie strategie- aggiunge Corsini-, sulla base dei quali ha ottenuto l’autorizzazione e la concessione da ENAC. Certo, Bologna ha dei problemi gravi di spazi e servizi che deve risolvere, ma i cantieri sono partiti e occorre accelerare”.

“Riteniamo l’ipotesi di costituire una società unica buona ma praticamente irrealizzabile: i quattro scali hanno compagini societarie private, una pubblica-privata- continua l’assessore-. E anche quando parliamo di redistribuzione dei voli, dobbiamo essere consapevoli che le compagnie aeree decidono, ovviamente, sulla base delle loro politiche commerciali. A meno che il pubblico non le finanzi adeguatamente, ma per le regole degli aiuti di stato ciò non è più possibile. Oltretutto, in passato, questo sistema ha portato al fallimento di alcuni scali. Bisogna quindi lavorare insieme, in modo condiviso tra istituzioni e privati, per la crescita sostenibile di infrastrutture fondamentali per la crescita e lo sviluppo dei distretti industriali e turistici della Regione”.


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