Portare nelle scuole la conoscenza delle tematiche della sostenibilità come vissute e indagate nel nostro territorio. Con questo obiettivo prende il via un ciclo di sette seminari on line che trasferiscono in tempo reale a docenti ed educatori gli studi e le esperienze sul campo, in Appennino, del Servizio conservazione della natura dal Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano.
“I temi generici della sostenibilità sono ampiamente dibattuti – osserva Fausto Giovanelli, presidente del Parco nazionale dell’Appennino -, meno conosciuti gli effetti dei cambiamenti intorno a noi che già si possono osservare. Per fare questo passo serve un supplemento di approfondimento e il Parco nazionale può trasferire in tempo reale le conoscenze che accumula sviluppando azioni e programmi come i diversi Life o i progetti di Parchi per il Clima. In altre parole, come incide il cambiamento climatico nel bosco che abbiamo davanti, nel torrente vicino a casa o nella montagna che abbiamo qui all’orizzonte. È una sorta know out che ci sembra giusto mettere a disposizione subito”.
Tutti gli appuntamenti saranno introdotti dal dottor Willy Reggioni, dell’Ufficio conservazione della natura del Parco nazionale. Si parte venerdì 11 febbraio con “La gestione sostenibile delle foreste e la mitigazione del cambiamento climatico”: quali iniziative intraprendere per la tutela e la valorizzazione delle foreste? Come si relazionano gli alberi con l’ambiente circostante? Queste e altre domande saranno il punto di partenza dell’analisi di questo incontro, presentato da Antonio Brunori.
Si prosegue il 21 febbraio, con il dottor Andrea Piotti. Tema dell’incontro: “Dall’Appennino all’Europa: il lungo viaggio degli abeti del Parco nazionale”, per discutere delle conifere dell’Appennino settentrionale dal punto di vista storico, evolutivo e conservazionistico, e l’altrettanto estrema urgenza di azioni concrete volte a preservare il loro elevato potenziale adattativo. I progetti di ricerca tra Cnr e Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano sono indirizzati a raccogliere le conoscenze necessarie per conservare efficacemente il patrimonio genetico dei pochi boschi naturali di conifere rimasti, uno sforzo che potrebbe garantirci la possibilità di gestire, nell’immediato futuro, ecosistemi forestali che mitighino il più possibile gli effetti della crisi climatica in atto.
Il 4 marzo con Maria Chiara Contini e Arianna Garofolin si parlerà de “Il Progetto Life Claw”: cofinanziato dall’UE, mira alla conservazione del gambero di fiume rappresenta simbolicamente un problema ambientale che riguarda la maggior parte degli ecosistemi fluviali. Chi è? Cosa mangia? Quanto è grande? Come lo riconosciamo? Che ruolo ha nell’ecosistema fluviale? Perché è in pericolo d’estinzione? Quali sono le minacce antropiche che lo riguardano? Quali azioni stanno mettendo in atto i partners di progetto per la sua salvaguardia? Quali sono gli obiettivi principali di progetto?”
Nel 2016 è iniziato il “Progetto Life Eremita” per conservare contrastare in Emilia-Romagna il declino di 4 specie di insetti: scarabeo eremita odoroso, Rosalia Alpina, ditisco a due fasce e damigella di mercurio, specie rare e minacciate, migliorandone gli ambienti di vita, potenziandone le popolazioni e agendo sui fattori di minaccia di origine antropica. Il progetto terminerà il 31 giugno 2022. Se ne discuterà 14 marzo con Giovanni Carotti.
Il 24 marzo l’appuntamento è con Giorgio Vacchiano per “Ripensare il futuro delle Foreste”: le foreste regolano gli ecosistemi, proteggono la biodiversità, sono fondamentali per il ciclo del carbonio, da cui la nostra esistenza dipende. Eppure nel mondo sono minacciate dalla deforestazione, dalla frammentazione degli habitat e dalle pressioni della crisi climatica. Parole d’ordine per il futuro sono: gestione sostenibile, ripristino e protezione. Come declinarle a livello locale?
Il 4 aprile con Luigi Molinari si discuterà de “Il lupo in pianura: l’ultima frontiera”: nelle province emiliane, ormai da tempo, ha ricolonizzato aree abbondantemente modificate dalla presenza umana come la pianura padana, che è una delle aree meno boscata d’Europa e con densità abitativa più alta. Il Lupo è un animale estremamente adattabile e, in questi contesti, ha imparato a sfruttare diversi tipi di risorse alimentari e a selezionare le poche aree di rifugio disponibili. Fondamentali per la comprensione del fenomeno sono i dati acquisiti dai collari satellitari applicati ai Lupi dal Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano.
L’ultimo appuntamento con Francesca Moretti il 13 aprile con “Agricoltura sostenibile e cambiamenti climatici: il contributo del progetto Life AgriCOlture”. L’agricoltura, in particolare i suoli agricoli, possono avere un ruolo cruciale sulla mitigazione dei cambiamenti climatici. In questo contesto, Life agriCOlture, un progetto cofinanziato dall’Unione Europea attualmente in corso nell‘Appennino tosco-emiliano, si pone l’obiettivo di limitare le perdite di carbonio in atmosfera e aumentarne il sequestro, grazie all’applicazione di buone pratiche agricole e di prevenzione del dissesto che siano rispettose del carbonio organico conservato nel suolo.
Questo programma formativo nasce nell’ambito della Snai Appennino Reggiano, programma Laboratorio Appennino; per iscriversi è necessario compilare il form https://forms.gle/wHWn1xUQs9ke5giD7 oppure scrivere a educazioneambientale@parcoappennino.it.