Prosegue il consolidamento delle imprese guidate da donne, seppure con incremento contenuto.
Nel primo trimestre 2022, la crescita tendenziale è stata dell’1,0 per cento (+817 unità): al 31 marzo 2022 le imprese femminili attive sono 85.076 pari al 21,3 per cento del totale delle imprese regionali. La tendenza positiva è estesa al complesso delle imprese non femminili aumentate di 2.029 unità, ma in modo ridotto (+0,6 per cento).
È quanto emerge dai dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio di fonte InfoCamere elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna.
Femminili: incidono di più le straniere che le giovanili
L’andamento è assai diverso se si considerano due sottoinsiemi non disgiunti: le imprese di giovani donne e di donne straniere.
Con l’avvio del 2022 si è avuta una inversione della tendenza in negativo ed è stato registrato un lievissimo decremento tendenziale delle imprese femminili giovanili (-0,2 per cento, -11 imprese), che a fine marzo sono risultate solo 7.241 pari a non più dell’8,5 delle imprese in rosa regionali. Queste imprese sono concentrate in tre divisioni di attività: commercio al dettaglio (18,0 per cento), ristorazione (13,8 per cento) e servizi per la persona (13,5 per cento).
Alla stessa data, le imprese femminili straniere hanno fatto registrare una forte crescita (+4,9 per cento, +569 imprese) sono risultate 12.255 pari al 14,4 del totale delle imprese rosa dell’Emilia-Romagna. Sono concentrate in sei divisioni di attività: innanzitutto nel commercio al dettaglio (19,3 per cento) e nella ristorazione (14,9 per cento), quindi negli altri servizi per la persona, parrucchiere centri estetici ecc. (10,8 per cento), nell’attività manifatturiera delle confezioni (8,3 per cento), nel commercio all’ingrosso (6,9 per cento) e nei servizi per edifici e paesaggio, ovvero le pulizie (5,3 per cento).
La crescita delle imprese femminili straniere ha determinato quasi il 70 per cento di quella complessiva.
Nuove imprese femminili. I settori performanti
La crescita è frutto di una tendenza positiva diffusa a quasi tutti i macrosettori e le sezioni di attività, con l’unica sostanziale eccezione dell’agricoltura, ma ampie differenze di intensità.
In particolare, le imprese del complesso dei servizi sono aumentate di 799 unità (+1,3 per cento)
Tra questi, sono stati i servizi diversi dal commercio a crescere in maniera decisamente più rapida (+744 unità, +1,8 per cento), anche se non in modo uniforme al loro interno.
Bene le attività professionali, scientifiche e tecniche (+168 unità, +5,0 per cento), in particolare direzione aziendale e consulenza gestionale (+85 unità, +8,6 per cento). Aumenti per le attività immobiliari (+135 unità, +2,3 per cento), e per noleggio, agenzie viaggio e servizi alle imprese (168 unità, +5,0 per cento).
Ma anche nel gruppo dei servizi diversi dal commercio esistono situazioni di minore dinamicità, come per gli altri servizi alla persona (+0,3 per cento), alloggio e ristorazione (-99 unità, -0,1 per cento) determinata dall’indebolimento della seconda (-0,2 per cento) che non è stato pienamente compensato dalla prima (+0,7 per cento).
La numerosa base imprenditoriale dell’insieme del commercio ha ottenuto una crescita contenuta (+55 unità, +0,3 per cento) a causa della minore dinamica del dettaglio, dove la ripresa è ancora contenuta (+0,2 per cento, +39 unità), meglio per l’ingrosso (+0,5 per cento, +23 unità).
Un ulteriore e consistente contributo positivo è giunto dalle imprese delle costruzioni (+164 unità +5,3 per cento), trainata dai bonus introdotti a favore del settore. L’aumento è più contenuto per le imprese manifatturiere femminili (+0,7 per cento, +49 unità), frenato dal nuovo calo tra le industrie tessili (-16 unità, -4,0 per cento), nonostante la ripresa delle attive nell’industria alimentare (+34 unità, +3,3 per cento) e nella riparazione, manutenzione e installazione di macchine (+10 unità, +4,5 per cento). Infine, l’insieme dell’agricoltura, silvicoltura e pesca è stato l’unico macrosettore ad avere subito una diminuzione con la perdita di 188 imprese (-1,6 per cento): da attribuire solo alla prima componente (-205 unità) a fronte della continua crescita di pesca e acquacoltura (+6,9 per cento).
La forma giuridica
La discreta crescita delle imprese femminili è stata trainata dal notevole aumento delle società di capitale (+698 unità, pari a un +4,4 per cento). tipologia di azienda, di norma, più strutturata e “robusta” sotto il profilo organizzativo e gestionale, favorita anche dall’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata semplificata.
A fare da contraltare la riduzione delle società di persone (-191 unità, -1,6 per cento), contenuta solo dalla fase ciclica ancora favorevole. La consistenza delle ditte individuali ha confermato la tendenza positiva avviata dal primo trimestre 2021, ma con una crescita più contenuta che in precedenza (+0,5 per cento, +268 unità). Infine, anche le cooperative e i consorzi hanno fatto registrare un ulteriore notevole espansione (+3,1 per cento).