ROMA (ITALPRESS) – L’angioedema ereditario è una malattia rara caratterizzata dalla comparsa di gonfiori (edemi) della cute, delle mucose e degli organi interni che in alcuni casi possono anche essere fatali. Si stima che in tutto il mondo a essere colpito sia un soggetto su 10.000-50.000, ma è possibile che i casi siano molti di più. La Giornata mondiale dell’angioedema ereditario – che si è svolta il 16 maggio – è dedicata proprio alle persone affette da questa patologia e Osservatorio Malattie Rare ha così organizzato, in collaborazione con A.A.E.E. APS-ETS – Associazione volontaria per l’angioedema ereditario ed altre forme rare di angioedema, un incontro online tra medici e pazienti. Il webinar “Angioedema ereditario, conoscerlo per affrontarlo senza ansia”, realizzato con il contributo non condizionante di Takeda, è stato ideato con l’obiettivo di diffondere la conoscenza della malattia, evidenziare i bisogni dei pazienti e comunicare i progressi della medicina.
“Spesso l’angioedema ereditario non viene diagnosticato precocemente poichè nella maggioranza dei casi l’angioedema è una manifestazione istaminergica acuta di natura allergica tipicamente IgE mediate, mentre le forme ereditarie sono caratterizzate da difetti genetici e generalmente il mediatore biologico è una molecola denominata bradichinina. Le crisi acute durano mediamente 2-5 giorni per poi scomparire – ha spiegato Francesco Arcoleo, responsabile Centro di Riferimento Regionale per la Diagnosi e Cura dell’Angioedema e Malattie Rare del Sistema Immunitario dell’Adulto presso la U.O.C. di Patologia Clinica – Presidio “V. Cervello” di Palermo -. Le zone più colpite sono il volto e gli organi interni, ma l’evento più pericoloso in assoluto è l’edema alla laringe che può portare a morte per soffocamento, e per questo diventa essenziale la diagnosi differenziale con le forme allergiche per il corretto trattamento terapeutico”.
“In genere un’ipotesi diagnostica di angioedema ereditario può essere fatta quando, a seguito di manifestazioni di edema o di sintomi dolorosi simili a coliche intestinali, si verifica una mancata risposta alla terapia standard rappresentata da antistaminici e cortisonici, il che conferma che non si tratta di reazioni allergiche – ha aggiunto Arcoleo – e in questi casi la terapia ex juvantibus con farmaci specifici per l’angioedema ereditario può far rapidamente regredire l’angioedema favorendo il processo diagnostico”.
E’ evidente, quindi, che la patologia influisce fortemente sulla qualità di vita dei pazienti. “E’ difficile prevedere quando potrebbe verificarsi un attacco, generalmente molto doloroso, e ciò contribuisce senza dubbio all’impatto invalidante della malattia sulla vita di tutti i giorni, anche dal punto di vista psicologico – ha affermato Pietro Mantovano, presidente dell’associazione A.A.E.E. APS-ETS che conta circa 860 iscritti – Le conseguenze di tale disagio si ripercuotono non solo sulla vita privata, ma anche sul percorso lavorativo del paziente. Una diagnosi corretta, l’accesso e la disponibilità dei farmaci e dei presidi terapeutici necessari sia alla prevenzione che alla cura della patologia, oltre alla garanzia di un’assistenza continua, sono elementi che possono sicuramente agevolare la vita di queste persone. Durante la pandemia, naturalmente, sono sorte delle problematiche legate alla gestione psicologica derivante dalle implicazioni della malattia e alla conseguente vaccinazione. Grazie alla collaborazione, ai chiarimenti e ai suggerimenti del Comitato Medico Scientifico della nostra associazione, i pazienti hanno gestito la pandemia con molta tranquillità e serenità. I pochi casi di contagio, che hanno colpito alcuni pazienti, sono stati monitorati e gestiti dai medici di ITACA dei rispettivi Centri di Riferimento con estrema attenzione e professionalità, e non hanno avuto conseguenze particolari per i pazienti”.
“Innanzitutto è necessario distinguere la terapia dell’attacco acuto, cioè di emergenza, dalle profilassi a breve e lungo termine”, ha dichiarato Giuseppe Spadaro, responsabile del Centro di Riferimento Campano per la Diagnosi e la Terapia dell’Angioedema Ereditario presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. “Per quanto riguarda la prima, consiste nella somministrazione di farmaci quali il C1 inibitore umano emoderivato, il C1 inibitore ricombinante e l’antagonista del recettore della bradichinina. La somministrazione di tali farmaci può effettuarsi in Pronto Soccorso, ma da diversi anni la maggior parte dei pazienti la effettua al proprio domicilio dopo corsi di addestramento (‘Self-administration’) effettuati al paziente e/o al caregiver. ‘Home Therapy’, dunque, rappresenta uno strumento efficace e sicuro per intervenire precocemente negli attacchi acuti e nella profilassi a lungo termine e offre ai pazienti un maggior controllo sulla gestione del trattamento e di conseguenza della malattia. Discorso diverso, invece, per le profilassi a breve e lungo termine – ha precisato Spadaro – Nel caso della profilassi a breve termine, che serve a prevenire la comparsa dell’angioedema dopo manovre endoscopiche o interventi chirurgici, si somministra il C1 inibitore umano emoderivato 2 ore prima e solo in alcuni casi 24 ore prima della procedura, associati talora a terapia orale con androgeni attenuati. Per la profilassi a lungo termine, indicata per i pazienti che presentano frequenti attacchi di angioedema o che hanno fenotipo severo, si fa ricorso agli androgeni attenuati per via orale o alla somministrazione endovenosa di C1 inibitore umano emoderivato ogni 3-4 giorni o alla somministrazione, salvo complicazioni, dell’anticorpo monoclonale anti-callicreina, e solo nell’età pediatrica (età minore di 12 anni) ai farmaci antifibrinolitici”.
Il Covid-19 è un altro fattore da tenere in considerazione per i pazienti con angioedema ereditario. “Le persone affette da tale malattia non presentano una maggiore predisposizione al contagio o una tendenza a sviluppare quadri clinici più gravi – ha chiarito Andrea Zanichelli, responsabile del Centro di Riferimento Regionale per l’Angioedema, UOC Medicina Generale, Ospedale Luigi Sacco – Università degli Studi di Milano – Non ci sono, dunque, particolari controindicazioni per le vaccinazioni anti-Covid, salvo quelle eventualmente correlate a patologie concomitanti di altra natura. Infine, non è stata registrata una maggiore incidenza di effetti collaterali o di reazioni allergiche in questi pazienti”.
(ITALPRESS).