Mantenere alta l’attenzione nella lotta al consumo patologico di alcol. Questo l’obiettivo dell’aprile alcologico, il mese dedicato alla cura, alla prevenzione e alla riabilitazione della dipendenza da alcol e delle malattie alcol correlate.
Un mese che vede la Regione Emilia-Romagna come ogni anno impegnata in prima linea con una serie di iniziative su tutto il territorio, in collaborazione con le Aziende sanitarie e i professionisti dei Servizi per le dipendenze patologiche (SerDP), per continuare a sensibilizzare, coinvolgere e informare i cittadini sulla lotta all’alcol e i servizi messi a disposizione dalla rete alcologica regionale.
A dare il via agli appuntamenti organizzati sul territorio dal servizio sanitario regionale (consultabili sui siti delle Aziende sanitarie e ospedaliere) è stato il seminario “Frontiere dell’alcologia: tra antiche risorse e nuovi legami”, oggi in Regione a Bologna.
L’occasione per fare il punto anche su quanto viene fatto in Emilia-Romagna in termini di prevenzione, assistenza e cura, e sui dati degli assistiti. Nel 2022, dopo due anni di calo consistente dovuto alle restrizioni anti Covid, è tornato a salire il numero degli utenti assistiti dai 41 Centri alcologici delle Aziende sanitarie, passati in un anno da 8.916 a 9.741, con un incremento di quasi il 9%. Gli uomini continuano ad essere la maggioranza: 75% contro il 25% delle donne. Se il rapporto tra generi rimane costante negli anni, stessa cosa non può dirsi per quello tra pazienti italiani e stranieri: gli assistiti con cittadinanza non italiana sono in costante crescita, assestandosi sul 18,7% del totale degli assistiti 2022.
Significativo è l’incremento di nuovi utenti che accedono ai Servizi per le Dipendenze per un disturbo da uso di alcol. I nuovi accessi nel 2022 sono stati il 22% in più di rispetto al 2021, mentre il numero di persone già conosciute dai servizi è aumentato del 2,5%. Più della metà degli assistiti che accedono ai centri alcologici hanno tra i 40 e i 59 anni. I giovani dai 20 ai 24 anni rappresentano il 4% degli assistiti, mentre i minorenni sono in totale 35.
“L’abuso di alcol è una delle principali cause di patologie, episodi di violenza e incidenti stradali- afferma l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Per questo è prioritario rafforzare le attività di prevenzione, specie nei confronti delle nuove generazioni, e le strategie di sostegno, trattamento e riabilitazione delle persone che hanno già sviluppato una dipendenza. Bene che la nostra rete alcologica, dopo il calo degli accessi dovuto alla pandemia, sia riuscita ad intercettare un numero più alto di persone, tornando ad essere un punto di riferimento per chi vuole mettersi alle spalle una storia di dipendenza o evitare il cronicizzarsi di comportamenti a rischio”.
Nel corso del convegno è stata analizzata l’evoluzione dei consumi, caratterizzati da un’iniziazione all’alcol sempre più precoce da parte dei giovanissimi e dall’aumento del fenomeno del binge drinking, cioè l’assunzione di grandi quantità di alcol in poco tempo. A preoccupare sono soprattutto i numeri che riguardano i giovanissimi: lo Studio ESPAD®Italia, condotto annualmente dall’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR (IFC-CNR) a partire dal 1999 sull’intero territorio nazionale, individua comportamenti a rischio in circa un milione di preadolescenti in tutta Italia.
Al centro dell’incontro anche i temi dell’aumento dei consumi tra le donne, in particolare tra le giovanissime, e l’impatto delle nuove tecnologie sui comportamenti a rischio. E il ruolo fondamentale esercitato dall’associazionismo nei percorsi di prevenzione, cura e di assistenza ai familiari degli alcolisti.