L’artigianato sta recuperando posizioni. E’ quanto emerge dall’indagine sulla congiuntura nel secondo trimestre 2022 di Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna.
L’artigianato nell’industria.
La congiuntura.
Nella primavera 2022 le imprese artigiane della manifattura regionale sono riuscite a realizzare un ulteriore recupero della produzione (+7,3 per cento) rispetto al secondo trimestre del 2021. Il risultato ha consolidato la tendenza positiva avviata nel primo trimestre dello scorso anno, permettendo di avvicinare i ritmi della più rapida ripresa della produzione del complesso dell’industria regionale nello stesso trimestre (+8,2 per cento), che ha avuto un andamento chiaramente correlato in senso positivo con la dimensione aziendale.
Per dare un giusto peso al risultato conseguito, occorre ricordare che, nonostante questo sostanziale recupero, il livello della produzione è risultato ancora inferiore del (-6,4 per cento) rispetto a quello dello stesso trimestre del 2018.
L’andamento del fatturato valutato a prezzi correnti ha avuto un recupero superiore a quello della produzione (+8,2 per cento), trainato dal mercato interno. Infatti, per le imprese con accesso ai mercati di esportazione la dinamica del fatturato estero si è mantenuta stabile confermandosi sensibilmente più contenuta (+4,3 per cento).
Il fatturato complessivo è invece ancora risultato inferiore del 3,9 per cento, rispetto a quello dello stesso trimestre del 2018, ultimo trimestre positivo.
La ripresa del processo di acquisizione degli ordini ha rallentato ulteriormente, ma è rimasta comunque sostenuta (+6,0 per cento) ed è risultata solo leggermente inferiore a quella del fatturato, quanto basta per giustificare cautela nell’analisi dei risultati, tenuto conto dei notevoli fattori di incertezza che gravano sull’evoluzione futura.
Il traino alla crescita degli ordinativi è giunto dal mercato interno. Infatti, il flusso del processo di acquisizione degli ordini esteri si è decisamente ridotto (+1,7 per cento),
Le settimane di produzione assicurata dalla consistenza del portafoglio ordini sono lievemente diminuite e si sono assestate a 7,9 una quota comunque elevata.
Un ulteriore segnale positivo è giunto dal grado di utilizzo degli impianti (74,4 per cento), sullo stesso livello del trimestre precedente (74,5 per cento) e più alto rispetto allo stesso arco temporale 2021 (71,2 per cento).
Il registro delle imprese.
Alla fine dello scorso giugno le imprese attive artigiane dell’industria ammontavano a 26.330 con una marcata flessione dell’1,8 per cento rispetto alla fine dello stesso mese dello scorso anno, equivalente alla perdita di 473 imprese.
A livello settoriale, la tendenza alla diminuzione delle imprese attive è risultata dominante. In particolare, la riduzione della base imprenditoriale è stata determinata dall’ampia contrazione nel settore della moda (-119 imprese, -2,7 per cento), delle industrie della ceramica, del vetro e dei materiali per l’edilizia (-2,7 per cento). Più graduale il calo nell’industria della metallurgia e delle lavorazioni metalliche (-114 unità, -1,7 per cento) e nell’industria alimentare (-56 imprese, -1,8 per cento).
Riguardo alla forma giuridica delle imprese, sono aumentate solo le società di capitale (+1,9 per cento, +82 imprese), che sono giunte a rappresentare il 16,5 per cento. Si sono ridotte le società di persone (-316 unità, -4,5 per cento), ma anche le ditte individuali (-238 unità, -1,5 per cento).
L’artigianato delle costruzioni
La congiuntura.
Nel corso della primavera scorsa ha trovato conferma la tendenza positiva per l’artigianato delle costruzioni, con una accelerazione della crescita.
Il volume d’affari a prezzi correnti ha fatto registrare un notevole incremento rispetto allo stesso periodo del 2021 (+8,5 per cento), e ha superato quello dello stesso periodo del 2018 del 7,8 per cento. La ripresa per le imprese artigiane del settore è stata superiore alla crescita del 6,9 per cento del complesso dell’industria delle costruzioni regionale.
Il registro delle imprese.
I sostegni al settore e il progressivo ridursi delle misure di contenimento della pandemia hanno ravvivato la demografia delle imprese. Alla fine del giugno scorso la consistenza delle imprese attive artigiane nelle costruzioni è risultata pari a 51.735 unità. La recente tendenza positiva avviata dal primo trimestre 2021 è proseguita di buon passo anche se con un leggero rallentamento del ritmo di crescita (+906 imprese, +1,8 per cento). L’andamento risulta molto più dinamico di quello della base imprenditoriale dell’artigianato delle costruzioni dell’intero territorio nazionale (+0,7 per cento), ma sensibilmente più lento di quello del complesso delle imprese dell’industria delle costruzioni regionale (+2,6 per cento).
La tendenza è stata determinata dalle imprese operanti nei lavori di costruzione specializzati (+845 unità, +1,9 per cento), settore favorito dalle misure di sostegno statali, mentre si è sensibilmente ridotto il contributo positivo delle attive nella costruzione di edifici (61 unità, +0,9 per cento). Se si considera la forma giuridica, appare evidente che la componente con il più elevato ritmo di crescita è quella delle società di capitali (+10,8 per cento, 411 unità), tanto che questa categoria è giunta a costituire l’8,1 per cento delle imprese artigiane attive nelle costruzioni. La crescita è stata però determinata dalla tendenza positiva delle ditte individuali (+606 unità, +1,4 per cento). Ha rallentato la caduta delle società di persone (-2,3 per cento, -109 unità). Infine, il piccolo gruppo delle cooperative e consorzi, più soggetto a oscillazioni per la sua ristretta consistenza, è risultato in diminuzione (-1,1 per cento).