Cambia la rete assistenziale territoriale dell’Alto Frignano, come parte di un disegno più ampio che riguarda la sanità in montagna, nell’ottica di un rafforzamento. Un progetto sul quale sta lavorando l’Azienda USL di Modena con un percorso di coinvolgimento di professionisti, sindacati, associazioni e sindaci, con l’obiettivo di garantire i servizi ai cittadini, ma tenendo conto e valorizzando le specificità di questi territori, compresa la vocazione turistica.
Nel comprensorio di Pievepelago, al fine di fornire una migliore risposta assistenziale e anche un maggior sostegno alle associazioni di volontariato, è già avviato da metà aprile un aumento della copertura dell’auto infermieristica presente ora h24 e 7 giorni su 7 (prima attiva durante le notti e il weekend).
Questa nuova organizzazione consente di andare a rafforzare l’importante contributo delle associazioni di volontariato – AVAP Fiumalbo, AVSA di Riolunato e Misericordia di Pievepelago – che già assicurano la copertura su quel territorio.
Questo consolidamento della risposta in emergenza si accompagna al ridisegno tuttora in corso dei “team assistenziali di prossimità”: nel percorso sono coinvolti medici e infermieri che, già all’interno della Casa della Comunità di Pievepelago, anche grazie all’introduzione di nuove tecnologie mediche saranno in grado sempre più di rispondere ai bisogni dei cittadini.
Anche nel comprensorio di Fanano è stata rafforzata l’équipe infermieristica dedicata all’emergenza, così come quella presente alla Casa della comunità di Fanano.
Al contempo, dal primo maggio sarà attivata un’assistenza medica che andrà a coprire sia le attività ambulatoriali sulla struttura, sia l’assistenza turistica durante la stagione estiva, e garantirà l’integrazione del supporto medico notturno all’Ospedale di Comunità collocato nella stessa sede. Ove ritenuto necessario la Centrale Operativa 118 Emilia Est potrà attivare il medico sulle emergenze in cui ne sia richiesto il supporto.
Sul tema dell’emergenza l’obiettivo in entrambi i territori è quello di migliorare la risposta sulle patologie tempo-dipendenti, integrando i servizi di prossimità e continuità assistenziale con la rete del Servizio emergenza territoriale 118 e con il servizio di elisoccorso diurno e notturno. Peraltro in Appennino il mezzo è dotato di verricello in grado di effettuare interventi anche in sentieri e zone impervie.
“L’Azienda pone sempre un’attenzione specifica alle esigenze della montagna – afferma Massimo Brunetti, Direttore del Distretto di Pavullo – ora il progetto si evolve con il fondamentale coinvolgimento della medicina generale, anche attraverso una sempre più forte collaborazione con gli infermieri – presenti sia come infermieri domiciliari, che di comunità –, i fisioterapisti e le altre figure assistenziali, in grado di dare un contributo a fianco dei medici. In particolare sul tema delle cronicità, che sono una componente molto importante dei nostri pazienti: con l’utilizzo delle nuove tecnologie di prossimità e della telemedicina è oggi possibile effettuare esami e di refertarli in remoto, così come monitorare costantemente i pazienti più fragili.
Abbiamo lavorato per riorganizzare in modo più efficace, efficiente, e soprattutto integrato la risposta che diamo ai bisogni delle persone: è una grande occasione per ottimizzare l’assistenza nelle zone montane che hanno specifiche peculiarità che vanno valorizzate attraverso una sempre maggiore integrazione delle diverse figure professionali”.