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Aumenti pesantissimi del prezzo di gas ed energia elettrica per le famiglieGli ulteriori aumenti di gas e energia elettrica con cui ci dovremo misurare dal 1 gennaio, peseranno gravemente sui bilanci delle famiglie, sia direttamente che indirettamente per effetto degli aumenti dei prezzi generalizzati che indurranno.

Il gas rincara del 41,8%  e l’energia elettrica del 55%.

Sommati agli incrementi del luglio e ottobre scorsi si raggiungono cifre mai viste del 71% per il gas e del 93%  per l’energia elettrica.

La corsa dei rincari, inoltre, non è finita e rischia di ripetersi anche  nel  secondo  trimestre nel  2022.

Seppure da ottobre 2021 il governo abbia stanziato risorse consistenti per ridurre l’impatto sui  bilanci delle famiglie – anche se in calo per il 2022 -l’impatto sui bilanci famigliari sarà devastante – circa 1000€ l’anno – rendendo questi interventi insufficienti.

Fra le altre misure messe in campo, richiesta a gran voce anche dalle Associazioni dei Consumatori vi è la introduzione del diritto a una rateizzazione fino a 10 mesi per evitare i  distacchi, nonché la proroga di un ulteriore anno, fino  al  31 dicembre 2023,  delle tariffe nell’ambito del mercato  tutelato, cioè con tariffe amministrate dall’Autorità per l’Energia (ARERA).

Si  tratta di una misura positiva, anche se ormai, temiamo, di  scarsa efficacia.

Dopo  anni di  campagne martellanti dei gestori per persuadere le famiglie a passare al libero mercato, nonostante i dati ufficiali Arera ne evidenziassero la non convenienza, la maggior parte degli utenti è fuoriuscita dai contratti di maggior tutela ed ora,  rientrarvi, come sarebbe loro diritto, è una strada costellata da mille difficoltà.

Quello  che è  necessario  è ripensare da zero, senza pregiudizi, un sistema che offra reali  tutele ai  cittadini su  servizi  di  prima necessità come il gas e l’energia elettrica. Abbandonare l’idea che il libero mercato, per di più con poche regole di  garanzia per i  cittadini come quello di oggi, sia la strada giusta. I fatti e i dati degli ultimi  10 anni, per non  parlare degli  ultimi  mesi, lo  dimostrano  ma si  fa finta di non  vedere: per gli  utenti il libero mercato, questo libero mercato, non ha funzionato sia in periodi  di  normalità che di straordinarietà come ora.

E’ il momento di  trarne qualche conseguenza.

La situazione di  questi ultimi  mesi ha messo  a nudo  diverse verità: gli  utenti  che si  sentivano  garantiti  dal fatto  di  avere aderito a contratti venduti “a prezzo bloccato” sono  stati  riportati  alla realtà,  con ripetute modifiche unilaterali che hanno fatto  schizzare anche queste bollette. I rincari  che in teoria avrebbero  dovuto  riguardare solo  la materia prima di  gas, proveniente dall’estero si  sono  propagati in modo  ingiustificato  e speculativo  su anche su prodotti derivati da fonti  rinnovabili  che nulla hanno a che fare con  le forniture dalla Russia.

In questa partita – come troppo spesso accade – chi paga di più, al limite della sostenibilità,  sono  le famiglie, in  particolare quelle che per reddito  si  collocano appena al di sopra della fascia di  povertà, quindi escluse dai  bonus per i  quali  occorre un ISEE inferiore a 8.165 €, ma che comunque non navigano  certo  nell’oro.

Federconsumatori, insieme ad altre associazioni dei consumatori dell’Emilia  Romagna ha chiesto da tempo anche un  intervento della Regione, richiesta che ribadiamo  con  forza ancora di più ora,  a fronte dell’aggravarsi  della situazione e di un  risposta del  Governo  assolutamente parziale; si devono mettere in campo  risorse economiche e intervenire sui gestori che operano nella nostra regione per scongiurare  distacchi di utenze nel periodo invernale.

Occorre farlo con saggezza, per non lasciare indietro nessuno.


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