MILANO (ITALPRESS) – La Bce da sola non può sostenere la ripresa dell’economia europea. Serve una rapida approvazione del Recovery Fund da cui si attende una spinta al Pil del 5%. Lo afferma il vicepresidente dell’istituto di Francoforte Luis de Guindos, presentando all’Europarlamento il rapporto 2020 della banca centrale. L’accordo sul Next Generation Eu la scorsa estate, ha sottolineato De Guindos, “ha dato ai mercati il segnale che siamo pronti ad agire insieme” e “non bisogna sottovalutare l’importanza che la sua approvazione ha avuto sugli investitori: a volte la percezione dei mercati è molto più importante delle stesse misure concrete”. Secondo de Guindos, l’economia dell’Eurozona “dovrebbe riprendersi nella seconda metà dell’anno ma sarà un recupero fragile”. Il ritorno ai livelli pre-crisi “non avverrà prima di un anno: nel secondo trimestre del 2022”.
A questo proposito il numero due dell’istituto di Francoforte ha tenuto a sottolineare che “una campagna di vaccinazione di successo sarà cruciale”. Nel bilancio 2020 della Bce si legge che, con il dilagare della crisi è diventato sempre più evidente che dimensioni e durata dello shock avrebbero richiesto un sostegno di carattere straordinario. A luglio i capi di Stato e di governo dell’Unione europea, insieme al bilancio dell’UE, hanno concordato il fondo una tantum per la ripresa “Next Generation EU” da 750 miliardi da finanziare mediante gli eurobond. Si prevede che circa due terzi dei trasferimenti saranno destinati a sei paesi con un rapporto debito/Pil superiore al 100%. Primo fra tutti l’Italia. Dal canto la suo la Bce ha ampliato il volume di fuoco del bazooka portando ai massimi storici il bilancio dell’Eurosistema. A fine anno, infatti, ha toccato 7.000 miliardi, con un incremento del 49% (2.300 miliardi) rispetto al 2019.
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