“Non può essere che il progetto di squadre di questo tipo, non solo del Sassuolo Calcio, ma anche dell’Atalanta e del Verona oppure altre favole come l’Ajax e Leicester vengano compromesse dalla cupidigia di pochi”: Matteo Bettuzzi e Filippo Simeone della Segreteria del Pd di Sassuolo stroncano il progetto di Superlega prendendo proprio come esempio di squadra di provincia capace di stare ad alti livelli il Sassuolo Calcio.
“La proposta di una Superlega europea è di fatto una secessione dei super ricchi. Squadre di calcio che hanno anteposto l’aumento degli introiti per i diritti televisivi alle emozioni di milioni e milioni di tifosi. Capiamo perfettamente che le squadre oggi siano delle vere e proprie aziende, ma come in ogni settore crediamo che l’obiettivo non possa ridursi alla maggiore remunerazione degli azionisti. C’è la responsabilità sociale ed etica dell’azienda, figuriamoci per uno sport così popolare e popolano come il calcio in Italia.
Siamo sicuri che la risposta dei tifosi, anche delle squadre partecipanti, sarebbe negativa, perché si va ad intaccare la morale delle società e si perderebbe anche il senso dietro l’essere tifoso. Non crediamo impossibile che per protesta molti tifosi pian piano demoralizzati possano abbandonare. Per moltissimi di noi il calcio fin da bambini è stata una passione, un passatempo per distrarsi anche dalla fatica del lavoro e dello studio, un momento di socialità e di integrazione, quindi ci chiediamo se questo progetto possa intaccare anche i valori che stanno alla base di questo e dello sport in generale. Lo chiediamo da Sassuolo, una terra che è stata portata in alto certamente dalla piastrella, ma oggi grazie al Sassuolo Calcio è nota ai più in tutta Italia e anche in Europa. Qui da noi la società ha investito in un progetto che si basasse sul territorio, sui giovani e sulla dedizione al lavoro. Gli investimenti e le scelte dirigenziali sono sotto gli occhi di tutti: un settore giovanile e femminile eccellente, tanto da avere giovani portati in serie A e convocati in tutte le categorie della nazionale, un’ottima piazza per allenatori di talento e con un gioco moderno, il nuovo centro sportivo e infine, ricordiamo, che il Sassuolo Calcio è stato uno dei primi club in Italia ad avere uno stadio di proprietà. Ci sono voluti anni per dare forma e consolidare questa struttura, perché siamo una città di provincia che in confronto a Milano o a Torino ha un gap economico e storico enorme, ma comunque ha dimostrato che con una visione e investimenti mirati si possono raggiungere obiettivi migliori di certi top club che hanno pensato alla quantità e non alla qualità. Sono questi gli elementi che hanno portato la nostra squadra cittadina a competere per dei posti di alta classica. Non può essere che il progetto di squadre di questo tipo, non solo del Sassuolo Calcio, ma anche dell’Atalanta e del Verona oppure altre favole come l’Ajax e Leicester vengano compromesse dalla cupidigia di pochi.
Il calcio, i tifosi, il ragazzino che rincorre un pallone sperando di giocare accanto ai suoi idoli, meritano rispetto e meritano che questa idea venga archiviata. Allo sport non serve un’esclusività, anzi serve che venga allargato il più possibile il perimetro della visione e la competizione, perché è più emozionante la partita di Davide contro Golia che una superlega elitaria finanziata da JP Morgan. Per ridare dignità al calcio, come anche nella società italiana, servirebbe redistribuzione della ricchezza e pari opportunità di competizione”.