Arriva alla sua conclusione Life Eremita, il progetto coordinato dalla Regione che negli ultimi sei anni ha visto l’impegno per il ripristino degli habitat favorendo l’aumento degli esemplari delle quattro specie di insetti protagoniste del progetto presenti sul territorio dell’Emilia-Romagna. Oggi, 10 giugno, si è tenuta a Bologna la conferenza internazionale sulla presentazione dei principali risultati raggiunti dal progetto e le azioni prioritarie da intraprendere per mantenere i risultati raggiunti.
Al DamsLab dell’Università di Bologna, in piazzetta Pasolini, si sono alternati per tutta la mattina, da remoto e in presenza, ospiti ed esperti dall’Emilia-Romagna, dall’Italia e dal mondo: da rappresentanti delle Università Sapienza di Roma e Statale di Milano fino ai colleghi degli atenei di Daugavpils in Lettonia, dai referenti degli enti Parco dell’Emilia-Romagna agli esponenti delle agenzie per la tutela ambientale della Romania e della Lituania.
“Anche se la biodiversità è entrata ufficialmente nella Costituzione Italiana, la scomparsa silenziosa di specie e habitat o l’aggravarsi delle loro minacce suscita scarsa preoccupazione o addirittura indifferenza- afferma Barbara Lori, assessora regionale alla Montagna, Parchi e forestazione -. E questo è ancora più vero quando si parla non di animali noti a tutti come il lupo o l’orso ma di piccoli insetti la cui presenza è però indice di quella qualità ambientale da più parti ricercata”.
“Per questo è stato fondamentale in questi anni il progetto Life eremita- prosegue l’assessora-: grazie a una lunga serie di eventi ed iniziative, gli entomologi e tutti i tecnici sono riusciti a rivolgersi a un pubblico molto più ampio di quello degli addetti ai lavori, facendo conoscere quanto rari siano alcuni insetti, quali siano le loro condizioni ecologiche ottimali, gli ecosistemi a cui sono legati e come fare per garantire la loro espansione e sopravvivenza a lungo termine in Emilia-Romagna per contribuire a generare, in modo consapevole, condizioni ambientali migliori per tutti”.
“Questa esperienza- conclude Lori- è stato un contributo importante per migliorare la gestione dei boschi e degli ambienti acquatici in un’ottica di conservazione della biodiversità”.