leone 3Mazzata a luglio per le imprese modenesi, con aumenti della bolletta per l’energia elettrica che oscillano tra il 100 per cento ed il 260 per cento nel confronto con il 2021: è quanto emerge da un’analisi svolta da Concommercio Modena su un panel di oltre 100 imprese attive nei settori del commercio, del turismo, della ristorazione, dei servizi alla persona e dell’artigianato.
“E’ un colpo durissimo per le nostre imprese – attacca Tommaso Leone, presidente provinciale di Confcommercio Modena – , che arriva dopo due anni devastanti e proprio nel momento in cui le aziende stavano riprendendo a correre: in questo quadro, caratterizzato da prospettive di mercato incerte, inflazione galoppante e avvisaglie di recessione, è urgente la messa in campo di misure capaci almeno di sterilizzare gli aumenti speculativi in atto, senza le quali oltre 200 imprese modenesi del terziario rischiano di chiudere nel giro di pochi mesi”.
Entrando nel dettaglio di alcuni casi evidenziati dall’analisi: la bolletta del mese di luglio di un negozio di calzature di Castelfranco è passata da 2.000 a 6.500 euro (+225%); per una caffetteria a Mirandola si passa da 569 a 1.740 euro (+206%), per un bar tabaccheria a San Prospero da 987 a 3.553 euro (+260%), per un negozio di alimenti per animali a Modena da 1.619 a 5.430 euro (+235%), per una gioielleria a Modena da 1.485 a 5.000 euro (+237%), per una falegnameria a Pavullo da 2.579 a 6.575 euro (+155%), per un poliambulatorio a Novi da 1.339 a 3.787 euro (+183%).
Rischiano poi di rimanere di nuovo senza ossigeno il comparto della ristorazione e quello della ricettività, che più di altri hanno pagato un prezzo altissimo a causa della pandemia: l’aumento medio a luglio della bolletta della sola energia è stato per i ristoranti del 180%, mentre per gli alberghi siamo in una forbice tra il 100% – da 67.900 a 136.00 euro l’aumento per un albergo di Modena – ed il 325%, subito da un hotel di medie dimensioni a Sestola.
“Con questo trend di crescita dei costi energetici, che, senza interventi tempestivi a livello nazionale ed europeo, rischiano di essere ancora più pesanti nei prossimi mesi – conclude Leone – è come lavorare con una pistola puntata alla tempia: nell’immediato serve un nuovo stanziamento del Governo, vanno recuperate le risorse sugli extra-profitti che gran parte delle imprese di produzione energetica risulta non abbiano pagato, lo stesso extragettito sull’IVA incassato dallo Stato va usato per tagliare la bolletta a imprese e famiglie, si introduca un adeguato credito di imposta per le imprese non energivore e gasivore e la politica non solo italiana si muova perchè con urgenza venga posto un tetto al prezzo del gas”.