Unioncamere Emilia-Romagna ha elaborato i dati Istat relativi al mercato del lavoro. L’effetto della pandemia si è manifestato interrompendo la tendenza positiva dell’occupazione e determinando una consistente uscita dal mercato del lavoro.
Al termine del secondo trimestre 2020 gli occupati sono scesi a poco più di 1 milione e 988 mila con una brusca, ma attesa, riduzione di 68 mila unità (-3,3 per cento) sullo stesso trimestre dell’anno precedente. Nello stesso tempo, i disoccupati sono scesi a quota 95.552 (-7,9 per cento), con una forte riduzione del tasso di disoccupazione al 4,6 dal 5,5 per cento, il minimo rilevato dal terzo trimestre 2011. La spiegazione di questo movimento apparentemente contraddittorio e il segnale forte dell’effetto della pandemia sul mercato del lavoro appare dato dalla riduzione delle forze di lavoro (-3,5 per cento) e dall’aumento delle non forze di lavoro (+3,6 per cento). Questi movimenti, appena accennati nel trimestre precedente, colgono l’uscita dal mercato del lavoro imposta dal lock-down ad alcune categorie di lavoratori, non protetti dalle misure adottate a salvaguardia dell’occupazione. Costoro vanno ad accrescere il numero di chi, nella speranza di riprendere la propria attività, viene collocato nelle non forze di lavoro in età lavorativa tra coloro che non cercano e non sono disponibili a lavorare determinandone un aumento di quasi 66 mila unità (-11,0 per cento).
I settori. L’andamento dell’occupazione è estremamente differenziato nei principali settori economici. Rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, l’occupazione in agricoltura continua a salire con un ritmo a due cifre (+17,9 per cento) e ha toccato quota 77 mila. Invece, nell’industria fa un notevole passo indietro scendendo a quota 516 mila (-8,1 per cento), raddoppiando la velocità della discesa del trimestre precedente. Al contrario l’occupazione delle costruzioni conferma la ripresa, come solitamente avviene all’avvio di una crisi, salendo a quota 104 mila (+6,2 per cento), anche in questo caso con una notevole accelerazione. Si interrompe la serie oscillante di risultati positivi e negativi, ma con una tendenza complessiva moderatamente positiva dell’occupazione nell’insieme dei servizi, che nel trimestre è arretrata del 3,0 per cento e si è assestata a 1.291.308 unità. A determinarne il movimento è stata l’inversione in negativo della tendenza dell’occupazione negli altri settori dei servizi, risultata pari a 926.167 persone con un calo del 2,1 per cento, mentre nei settori del commercio e dell’alberghiero e ristorazione prosegue da 18 mesi la tendenza negativa che nel secondo trimestre 2020 ha ridotto gli addetti a 365.142 (-6,4 per cento).