ROMA (ITALPRESS) – “E’ bello ammantarsi di ideali ma in Italia abbiamo circa 31 milioni di unità. Di queste 15 milioni sono oggetto di classificazione. Anche se molte sono escluse in quanto sotto i 100 metri quadrati, vincolate o per altri motivi, le abitazioni da portare in classe F al 2030 sarebbero comunque circa 5,1 milioni e quelle da portare in classe D al 2033 ammonterebbero a 11,1 milioni”. Lo afferma in un’intervista al Corriere della Sera il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, dopo il primo sì del Parlamento Europeo alla direttiva sulle case green.
“Nessuno mette in dubbio l’obiettivo al 2050 ma si deve procedere per gradi – sottolinea il ministro -. Devono essere gli Stati nazionali a valutare il percorso da seguire rispetto al patrimonio immobiliare di ogni Paese. E va fatta una valutazione rispetto ai numeri. Se con il Superbonus, spendendo 110 miliardi, siamo riusciti a intervenire su 360 mila immobili, quanto servirebbe per intervenire entro il 2030 su quasi 15 milioni di unità immobiliari? Si tratterebbe di cifre astronomiche che non possono permettersi nè lo Stato nè le famiglie italiane”.
“Io stesso, al Consiglio Energia del 25 ottobre, sulla trattativa portata avanti dal governo Draghi, avevo espresso parere favorevole a condizione di prevedere al 2033 e al 2040 dei punti di controllo sulla base di un percorso lineare di decarbonizzazione da raggiungere entro il 2050 – aggiunge Pichetto Fratin -. La direttiva della Commissione non è condivisibile per i vincoli perentori che impone. Ancora di meno è accettabile la posizione approvata dal Parlamento europeo, che la irrigidisce ancora di più, ponendo addirittura vincoli individuali sulle proprietà”. “A parte l’impossibilità di rispettare i vincoli prospettati, si potrebbe verificare anche una ricaduta svalutativa – prosegue -. L’Italia farebbe fatica a ratificare una direttiva di questo genere. Ma io sono un europeista convinto e sono fiducioso che si troverà un accordo”.
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