Gli ultimi anni hanno completamente rivoluzionato i programmi e i progetti legati ai servizi sanitari: non soltanto per quanto riguarda la rete ospedaliera provinciale, ma anche i servizi diffusi sul territorio. Sul tema compie un ampio intervento il Consigliere capogruppo di maggioranza e consigliere delegato alla sanità, il dottor Carlo Boni.
“La situazione pandemica ha sottolineato come sia necessario mantenere una risposta adeguata dei vari presidi sanitari territoriali integrati in quel complesso sistema di Rete Ospedaliera che costituisce il Presidio Provinciale Ausl. Il dibattito che si è sviluppato negli ultimi mesi proprio sulla rete provinciale ha confermato come asse strategico quello che per tanti anni è stato considerato come la “spina dorsale” del territorio reggiano: gli ospedali principali, in grado di poter intervenire su tutti i settori e reparti principali, devono essere Reggio Emilia, Guastalla e Castelnovo ne’ Monti.
A sostenerlo ci sono anche i dati sul mutamento del quadro epidemiologico (con aumento delle patologie cronico-degenerative), dei cambiamenti demografici e l’invecchiamento della popolazione, dei progressi delle tecnologie (diagnostica per immagini, tecnica chirurgica, procedure anestesiologiche e rianimatorie, genetica, trapianti, etica, ecc.) e del rapido sviluppo della medicina (aumento della sopravvivenza e dell’aspettativa di vita).
Sul Sant’Anna stanno andando avanti progetti importanti, non solo dal punto di vista strutturale. Uno tra quelli che stanno portando le innovazioni più significative riguarda l’Ortopedia, con la creazione dell’Unità Operativa Complessa di Castelnovo ne’ Monti – Scandiano. Il Direttore è il dottor Antonello Salsi, mentre il responsabile della Struttura Organizzativa è il dottor Umberto Fregni”.
Sono proprio il dottor Salsi e il dottor Fregni a illustrare questa innovazione che, introdotta ormai un anno fa, sta dando risultati estremamente interessanti. Salsi è specializzato in Ortopedia, Traumatologia e Chirurgia della mano: è Direttore della nuova UOC di Castelnovo Monti – Scandiano.
Fregni ha conseguito un Master di 2° livello in Chirurgia della spalla: è responsabile della Struttura Operativa di Castelnovo Monti – Scandiano.
Spiega Salsi: “Ci siamo trovati a dover affrontare una gravissima carenza di medici, che si è verificata negli ultimi anni in tutto il territorio nazionale e nella nostra provincia. Dovevamo trovare comunque il modo di dare risposta alla richiesta di un sistema sanitario di qualità che da sempre contraddistingue i servizi reggiani. Questo significava farsi carico delle esigenze dei cittadini seguendo i criteri della territorialità oltre alla qualità di erogazione delle prestazioni. Negli ultimi anni l’Ortopedia di Castelnovo aveva subito una drammatica perdita di unità mediche, a causa di pensionamenti, che avevano ridotto l’organico al solo dottor Claudio Minervini, eccellente professionista molto apprezzato dalla comunità appenninica, ma ovviamente non sufficiente per mantenere aperta un’attività di reparto e di sala operatoria”. Da qui è nato il progetto di fusione delle Unità Operative di Ortopedia di Castelnovo Monti – Scandiano in una nuova UOC, poi approvato dalla Regione e fortemente voluto dalla Direzione genenerale Ausl, che lo ha condiviso con i professionisti.
“Il progetto – continuano Salsi e Fregni – aveva gli obiettivi di presidiare il territorio, dare risposte adeguate agli utenti, ottimizzare le risorse di organico, materiali e strumentazioni, dare appeal alla nuova UO al fine di attivare e richiamare altri specialisti. Oggi, dopo un anno di attività, e nonostante le difficoltà legate alla pandemia, possiamo affermare che è stata una scelta di successo”. La scelta suddivisa tra i due poli ospedalieri ha visto indirizzare a Scandiano i pazienti che necessitano di interventi effettuabili in day hospital e day service (chirurgia della mano, chirurgia del gomito, chirurgia del piede e chirurgia artroscopica del ginocchio), a Castelnovo quelli più complessi che richiedono una degenza ordinaria, quali protesi dell’anca e del ginocchio, artroscopia della spalla, ricostruzioni dei legamenti del ginocchio, la chirurgia pediatrica del piede e gli interventi sulle fratture.
“Nell’ultimo anno – prosegue Salsi – abbiamo erogato oltre 18.000 visite (12.000 al Magati, 6.000 al Sant’Anna) oltre 1900 pazienti operati (1500 a Scandiano e 400 a Castelnovo Monti). E le prospettive per l’anno prossimo sono di crescita: pensiamo di arrivare a 2.400 interventi. Vediamo che questa nuova organizzazione non soltanto ha rappresentato un miglioramento del servizio in entrambi gli ospedali, ma richiama anche pazienti anche da fuori provincia e da fuori regione, perché ci sono liste di attesa contenute e la qualità degli interventi è elevata al pari dei centri più rinomati, dove le attese sono molto superiori. In questo sottolineo anche l’ottima integrazione con il reparto di Anestesia e Rianimazione di Castelnovo diretto dal dottor Ermanno Briglia. Un ulteriore fatto positivo che evidenzia questo appeal della nuova UOC è l’arrivo di due giovani specialisti, il dottor Alessandro Canovi (specializzato anche in microchirurgia dei reimpianti della mano) e il dottor Stefano Muzzi, che hanno scelto di esprimere la loro professionalità a Castelnovo anche se avevano altre proposte più “comode” in termini di logistica, così come una scelta in questo senso ha compiuto a suo tempo il dottor Fregni. Ad oggi possiamo contare su un organico della UOC che conta 8 professionisti: oltre a quelli già citati, ci sono il dottor Filippo Morsiani, il dottor Licinio Donelli, il dottor Marco Cavallieri”.
Conclude il dottor Fregni: “Per fare due esempi, nei giorni scorsi abbiamo operato un 14enne con fratture importanti, e una centenaria per la protesi dell’anca: si tratta di interventi che prima della creazione della UOC sarebbero stati centralizzati su Reggio”.
“Si tratta – conclude il dottor Carlo Boni – di un progetto di eccellenza che la Direzione Generale Ausl sta guardando con attenzione per ripeterlo su altri reparti: questa nuova UOC ha segnato un forte salto di qualità per i servizi erogati al Sant’Anna. Mi fa piacere sottolineare anche l’arrivo del nuovo Responsabile facente funzioni della Chirurgia, Rosario Faraci, che anche a seguito della nuova impostazione che la pandemia ci ha consigliato, e cioè la necessità di più presidi ad operare sul territorio e riduzione della centralizzazione, un tempo considerata indispensabile, porterà ad implementare gli interventi da eseguire a Castelnovo Monti. Per contro, la pandemia ha lasciato alcune criticità che dovranno essere sistemate nei prossimi mesi: le agende di prenotazione per viste specialistiche ed esami strumentali continuano spesso a indicare date troppo lontane, con difficoltà in tutta la provincia e la regione dovute all’ormai endemica carenza di professionisti, ma soprattutto al forte arretrato causato proprio dal Covid. Si prevede tuttavia che il prossimo superamento dell’emergenza e il costante impegno del personale tutto produrrà a breve il ristabilirsi delle condizioni pre pandemia”. Facendo una panoramica invece sulla sanità territoriale, Boni conclude: “Con le progettualità del PNRR e le disposizioni legislative degli ultimi 18 mesi, è iniziato un percorso di rifinanziamento e riorganizzazione per ripensare e riorganizzare le cure primarie. Nel corso del prossimo quinquennio 2022-2026 al di là degli investimenti strutturali di adeguamento e miglioramento del Sant’Anna, già preannunciati anche dal Sindaco Bini, sarà importante concentrarsi anche sullo sviluppo di servizi sul territorio. Anche attraverso le azioni della Strategia Nazionale Aree Interne, oltre ai finanziamenti preannunciati grazie al PNRR, saranno possibili investimenti importanti, ad esempio strutture OSCO, i cosiddetti Ospedali di Comunità, struttura che offrono un livello di assistenza intermedia tra l’assistenza in ospedale e al domicilio, per accogliere pazienti che non presentano patologie acute, che hanno bisogno di cure difficilmente gestibili a domicilio o hanno malattie croniche che richiedono controlli periodici e terapie particolari, risposte di primo livello che potranno alleggerire gli ospedali per accogliere al meglio pazienti con patologie acute ed emergenze. Così come potrà essere prevista una implementazione dei servizi ed esami forniti dai medici di base, dotandoli di strumenti e formazione, per saper usare ecografi, elettrocardiografi, la telemedicina. Investimenti di questo tipo però dovranno essere definiti con attenzione per rispondere alle reali esigenze dei territori. La fase di emergenza ha ribadito l’importanza di una medicina diffusa sul territorio per andare incontro alle esigenze delle persone in prima istanza, e poi governare e indirizzare i cittadini nei passi successivi. Crediamo fortemente nel principio più volte espresso che sia la cura ad andare al paziente e non più il paziente alla cura”.