All’esito di una tempestiva attività svolta dal personale della Divisione Anticrimine della Questura di Bologna, nella giornata di ieri il Questore di Bologna ha emesso cinque provvedimenti di divieto di accesso ai centri urbani (D.A.C.U.R.), conosciuto anche come “Daspo Urbano nei Pubblici Esercizi” o “Daspo Willy”.
I provvedimenti adottati, traggono origine da una rissa avvenuta nella tarda sera del 4 agosto scorso in via di Corticella. Nello specifico, intorno alle ore 23.00, personale dell’UPGSP della Questura di Bologna interveniva su segnalazione di privati cittadini dinanzi ad un locale per una riferita rissa tra un gruppo di persone. All’arrivo degli operanti, la rissa segnalata era già terminata ed alcune persone si erano già allontanate, ma cinque cittadini cinesi di età compresa tra i 35 e i 47 anni, regolari sul territorio nazionale, risultati coinvolti nella vicenda, venivano denunciati per rissa aggravata.
A seguito di tale episodio sono scattati gli accertamenti ad opera del personale della locale Divisione Anticrimine che hanno condotto, nell’arco di pochi giorni, all’emissione dei cinque distinti provvedimenti a firma del Questore di Bologna, volti a garantire la sicurezza degli avventori e la pubblica incolumità.
La misura di prevenzione, prevista dall’art. 13 bis del Decreto-legge 14/2017, dispone il divieto di accesso ai luoghi pubblici o aperti al pubblico, nonché lo stazionamento nelle immediate vicinanze, tra le altre, per le persone che sono state denunciate negli ultimi tre anni per reati commessi in occasione di gravi disordini ivi avvenuti. Per soggetti, dunque, che rappresentano un pericolo per la sicurezza e l’incolumità pubblica.
Il D.A.C.U.R. rientra nell’ambito delle misure di prevenzione interdittive. Si tratta di un provvedimento di natura amministrativa, dotato di grande utilità ed efficacia, caratteristiche che lo rendono uno strumento assolutamente flessibile e complementare rispetto alla tutela penale.
In particolare, il D.A.C.U.R. consente di intervenire tempestivamente con un provvedimento “su misura”, assicurando una tutela specifica di quella comunità che ha visto messa in pericolo la propria sicurezza a causa dei disordini e degli episodi di violenza. L’eventuale violazione di tale divieto costituisce un reato punibile con la multa e la reclusione da sei mesi a due anni, mentre in caso di ripetuta violazione la norma ammette l’applicazione della più stringente misura della sorveglianza speciale.
Per i soggetti coinvolti è scattato, quindi, il divieto per la durata di un anno di accedere al pubblico esercizio di via di Corticella e di stazionare nelle immediate vicinanze.