La furia della grandine, unita al vento fortissimo, ha colpito coltivazioni prossime alla raccolta, da Piacenza a Parma, Reggio e Modena, fino a Bologna e Ferrara, senza risparmiare stalle, fienili, capannoni e abitazioni degli associati a Confagricoltura in Emilia Romagna.
«Serve un nuovo sistema assicurativo, con polizze più semplici e fruibili, in grado di coprire in toto sia i danni alle colture che alle strutture». Lo dice chiaro il presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, Marcello Bonvicini, che fornisce una prima fotografia dell’area del disastro: «Stiamo monitorando il cratere interessato dall’evento atmosferico improvviso per fare una stima precisa dei danni: la Val d’Arda nel Piacentino, in particolare i comuni di Alseno e Fiorenzuola e, nel parmense, Fidenza, Busseto, Soragna e Colorno, poi la Bassa reggiana (in primis Guastalla, Gualtieri, Reggiolo e Campagnola) e il Modenese, da Castelfranco a Sassuolo. Nella provincia di Bologna, i chicchi hanno devastato soprattutto le zone di Altedo, Baricella e Malalbergo; in quella di Ferrara, i comuni di Voghiera, Ostellato e Portomaggiore (in particolare le frazioni di Maiero e Runco); ad Argenta ha avuto la peggio la frazione di Consandolo».
Per molte colture, la perdita si somma purtroppo a quella delle gelate primaverili. Ortofrutta: danni ingenti a pere e mele, devastate le produzioni sia nel Bolognese sia nel Ferrarese, con epicentro a San Bartolomeo in Bosco e a Riva del Po, località Alberone (qui anche danni del 30%); a Voghiera e Portomaggiore è stata spazzata via metà del raccolto di cocomeri e meloni. I vigneti: compromessa, a macchia di leopardo, la superficie vitata con le varietà tipiche da Piacenza a Modena, si aggrava così il bilancio dell’annata dopo l’ondata di freddo nel mese di aprile. Pomodoro da industria: si parla di migliaia e migliaia di ettari falcidiati, in special modo le varietà precoci a pochi giorni dalla raccolta. Tra le colture duramente colpite anche soia e mais da granella, girasole ed erba medica, oltre alla barbabietola da zucchero, il cui bacino produttivo si concentra nell’areale tra Bologna, Ferrara fino a Modena e Reggio.