La crisi tra Russia e Ucraina, degenerata nell’invasione russa, potrà generare forti ripercussioni sull’economia regionale. Il forte aumento dei costi energetici registrato negli ultimi mesi è destinato a proseguire e a rinforzarsi, con pesanti conseguenze sulle famiglie e sulle imprese, rendendo ancora più complicata la ripresa a chi è già stato fortemente colpito dalla pandemia.
Se l’emergenza energetica coinvolge tutto il territorio regionale, vi sono oltre 6mila imprese che vedranno aggiungersi un’ulteriore penalizzazione legata all’attività di internazionalizzazione.
Sono 170 le imprese che hanno investito sul mercato russo e ucraino acquisendo il controllo di società estere, altre 6.500 che stanno commercializzando i loro prodotti su quei mercati, oppure stanno acquistando da partner russi e ucraini materie prime e semilavorati.
Complessivamente le esportazioni verso Ucraina e Russia valgono circa 2 miliardi, poco meno del 3 per cento di quanto commercializzato sui mercati esteri dall’Emilia-Romagna. Le importazioni si attestano a 720 milioni, l’1,8 per cento del totale regionale.
Ecco il dettaglio dei rapporti di internazionalizzazione tra l’Emilia-Romagna e i due Paesi.
Le esportazioni verso l’Ucraina.
Nell’ultimo triennio le imprese emiliano-romagnole che hanno esportato prodotti verso l’Ucraina sono state 2.433, con un valore del commercializzato che è cresciuto nel tempo.
Nonostante la diffusione della pandemia, nel 2020 le esportazioni dell’Emilia-Romagna verso l’Ucraina hanno superato i 426 milioni, con una crescita dell’8,3 per cento rispetto all’anno precedente, a sottolineare un trend positivo che si è confermato nei primi nove mesi del 2021, oltre il 15 per cento in più rispetto allo stesso periodo pre-pandemia (2019).
Dal punto di vista settoriale il prodotto maggiormente esportato è stato il tabacco, con una quota sul totale export che supera il 18 per cento. Le altre esportazioni rilevanti afferiscono al comparto della metalmeccanica, in particolare apparecchi e macchinari. Ripercussioni importanti anche per l’abbigliamento e per la ceramica.
Complessivamente l’Ucraina rappresenta il 35esimo partner commerciale dell’Emilia-Romagna, l’incidenza sul portafoglio export regionale è dello 0,6 per cento.
Le importazioni dall’Ucraina.
Nell’ultimo triennio le imprese emiliano-romagnole che hanno importato prodotti dall’Ucraina sono state 377, per un valore che nei primi nove mesi del 2021 è risultato pari a 316 milioni di euro, il 17 per cento in meno rispetto allo stesso periodo del 2019.
Il 45 per cento delle importazioni dall’Ucraina riguarda la voce “Oli e grassi vegetali e animali”, seguono materie prime legate all’edilizia, all’industria chimica e a quella siderurgica. Tra i beni maggiormente importati si trovano anche diverse produzioni agricole.
L’Ucraina è il 21esimo partner commerciale regionale in termini di import.
Le investitrici in Ucraina.
Sono 33 le imprese emiliano-romagnole che hanno acquisito il controllo di società ucraine. A investire sul mercato ucraino sono soprattutto imprese della metalmeccanica e società legate al settore immobiliare e delle costruzioni.
Le esportazioni verso la Russia.
Nell’ultimo triennio le imprese emiliano-romagnole che hanno esportato prodotti verso la Russia sono state 3.997, con un valore del commercializzato che nei primi nove mesi del 2021 si è attestato attorno a 1,1 miliardi di euro, in crescita del 2,9 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019. A guidare l’export regionale è il comparto meccanico, seguito dall’abbigliamento e dal farmaceutico.
Complessivamente la Russia rappresenta il 13esimo partner commerciale dell’Emilia-Romagna, l’incidenza sul portafoglio export regionale è del 2,2 per cento.
Le importazioni dalla Russia.
Nell’ultimo triennio le imprese emiliano-romagnole che hanno importato prodotti dalla Russia sono state 531, per un valore che nei primi nove mesi del 2021 è risultato pari a 222 milioni di euro, il 5 per cento più rispetto allo stesso periodo del 2019.
Il 60 per cento delle importazioni delle imprese emiliano-romagnole dalla Russia riguarda la siderurgia, seguita dall’industria chimica e dalla voce “Oli e grassi vegetali e animali” destinata all’industria alimentare. In Italia il 40 per cento delle importazioni dalla Russia riguarda la voce “gas naturale” per un valore che nei primi nove mesi del 2021 ha superato i 4 miliardi di euro.
Le investitrici in Russia.
Sono 136 le imprese emiliano-romagnole che hanno acquisito il controllo di società russe. A investire sul mercato russo sono soprattutto imprese della metalmeccanica e dell’alimentare.
“Esprimo grande preoccupazione per l’evolversi della situazione e per le popolazioni coinvolte. C’è rammarico per il sostanziale fallimento della diplomazia internazionale – dice il presidente di Unioncamere Emilia-Romagna, Alberto Zambianchi – In questo momento di difficile uscita dalla crisi pandemica, il contraccolpo che si annuncia per l’interscambio commerciale della nostra regione rischia di essere molto pesante, considerando il rilevante ruolo dell’export dell’Emilia-Romagna a livello nazionale”.