L’emergenza Covid ha dimostrato quanto sia imprescindibile rafforzare il servizio sanitario pubblico. È quindi indispensabile garantire al più presto un piano straordinario di assunzioni anche in Emilia-Romagna. Serve nuovo personale per fare i tamponi al drive thru, per garantire l’assistenza ai malati Covid nelle terapie intensive, per aumentare gli interventi in emergenza fuori dagli ospedali, per implementare la medicina di iniziativa, per recuperare le liste di attese rimaste bloccate durante il lockdown.
Questo piano straordinario di assunzioni dovrà riguardare le lavoratrici e i lavoratori che hanno partecipato ai bandi di concorso (in modo da poter procedere allo scorrimento delle graduatorie) e i precari assunti dal servizio sanitario regionale durante l’emergenza sanitaria (così da garantire continuità alle esperienze e alle professionalità maturate in questi mesi). Come FP CGIL abbiamo organizzato una campagna di raccolta firme davanti ai presidi ospedalieri per chiedere la stabilizzazione del personale precario assunto per l’emergenza Covid, raccolta che in Emilia-Romagna nel giro di pochi giorni ha già raggiunto quota 3.000 sottoscrizioni.
Per garantire una sanità pubblica all’altezza della sfida posta dall’emergenza pandemica, nella nostra regione (tra medici, infermieri, operatori socio sanitari e altre figure) è necessario stabilizzare più di 5.000 unità (dai dati in nostro possesso gli assunti nel periodo COVID risultano essere 1.500 circa in Romagna, 1.500 circa a Bologna, 600 a Modena, 400 a Parma, 150 a Imola, 400 a Piacenza, 350 a Reggio Emilia, 350 a Ferrara).
È bene sottolineare che in questa fase il punto è la volontà politica, non le risorse. È infatti in discussione in questi giorni un importante incremento del finanziamento pubblico al SSN, in discontinuità rispetto al passato, che potrebbe modificare radicalmente le politiche di gestione del personale fino ad oggi messe in campo dal Mef, che ha sempre interpretato la spesa sanitaria come una spesa e non come un investimento per il futuro del Paese. Questi vincoli (riduzione della spesa per il personale dell’1,4% rispetto al 2004 che ha costretto le Regioni a bloccare il turnover) devono però ora essere superati, e le nuove assunzioni risultare adeguate ai nuovi bisogni della popolazione (il cosiddetto decreto Calabria ha di recente cancellato questo vincolo, mantenendo comunque un obiettivo di spesa pari a quella del 2018).
“Solo i decreti legge per il Covid, dietro l’impulso del ministro Speranza, hanno sbloccato questa situazione e portato all’assunzione del personale necessario per superare l’emergenza sanitaria, aumentando posti letto in terapia intensiva e sub intensiva, l’emergenza territoriale, le cure primarie, e inserendo l’infermiere di continuità. Ora bisogna garantire continuità a queste politiche e superare anche il vincolo imposto dal decreto legge Calabria”, spiega Marco Blanzieri della segreteria regionale della FP CGIL. “Chiediamo quindi con fermezza che la Regione Emilia-Romagna si impegni all’interno della Conferenza delle Regioni a mettere in campo percorsi normativi necessari a stabilizzare i precari della sanità e un’assunzione in tempi rapidissimi per chi è in graduatoria”, aggiunge Blanzieri. Per questo motivo, “chiederemo un incontro all’assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini (di recente ha già dichiarato di convergere sulla nostra proposta) a cui porteremo anche le 3.000 firme raccolte nei giorni scorsi”, conclude Blanzieri.