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Crisi Mozarc-Bellco, prima marcia indietro dell’azienda“E’ successo qualcosa di straordinario, di mai visto prima in questo territorio: una settimana fa avevamo una promessa di licenziamento, sette giorni dopo la multinazionale statunitense ha tolto la minaccia di cancellare posti di lavoro. Il merito è del coraggio delle lavoratrici e dei lavoratori Mozarc Bellco, protagonisti di una mobilitazione rapida, efficace e che ha saputo parlare al cuore di tutto il territorio, alle sue Istituzioni, alle imprese dell’indotto e ai cittadini di un intero distretto. Sì, il cammino sarà ancora lungo ma ora lo possiamo affrontare ad armi pari, avendo dimostrato che Bellco non è solo un’azienda, ma l’anima di un successo industriale che porta Mirandola e l’Emilia-Romagna nel mondo. E quell’anima sta con chi lavora”.

Così i Segretari generali di Cgil Modena (Daniele Dieci) e Cisl Emilia Centrale (Rosamaria Papaleo) commentano l’esito del summit in Confindustria richiesto dalla multinazionale e terminato, dopo oltre quattro ore di confronto senza sconti, con “la disponibilità a non intraprendere azioni unilaterali” prima del tavolo regionale in programma il prossimo 26 giugno e “confermando la volontà di esplorare tutte le possibili soluzioni per gestire la situazione”.
Sono le formule scritte nella nota stampa rilasciata da Mozarc e fortemente pretesa dalle organizzazioni sindacali.

MOZARC FERMATA DAL SUCCESSO DELLA PROTESTA
L’azienda, quindi, ha aperto ad un percorso per tutelare l’occupazione e tutti gli asset di questo stabilimento.
“E’ un primo passo prodotto, per stessa ammissione di Mozarc, dal successo della mobilitazione e delle iniziative che hanno portato non solo l’onda lunga e bellissima della solidarietà, ma obiettivi misurabili e ottenuti a tempo di record – spiegano Lisa Vincenzi (Filctem Cgil Modena) e Alberto Suffritti (Femca Cisl Emilia Centrale), sindacalisti, speaker e coordinatori in questi giorni di sciopero – meno di 48 ore dopo l’inizio dello sciopero Governo e Regione avevano già fissato i due tavoli con sindacati e azienda, più di duemila persone hanno portato nel cuore di Mirandola la più grande manifestazione sindacale degli ultimi vent’anni. Un’intera comunità ha risposto al nostro appello, trasformando questa vicenda in un fatto nazionale, mentre la proprietà contava sull’esatto contrario”.

PROSEGUE IL PRESIDIO, SI FERMA LO SCIOPERO
Il risultato del tavolo in Confindustria è stato portato in discussione nell’affollata assemblea con tutti i lavoratori, riuniti nel piazzale dell’azienda e con oltre 130 persone collegate in streaming.
La decisione presa a schiacciante maggioranza è stata quella di proseguire con il presidio davanti ai cancelli aziendali almeno fino al 9 luglio, giorno del tavolo convocato a Roma dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Da domani, giovedì 20 giugno, il personale tornerà al lavoro.
“L’esito dell’assemblea è stato più che netto su questo punto: Mozarc sarà sottoposta ad un controllo continuo, non saranno tollerati colpi bassi e in tal caso lo sciopero e la paralisi produttiva riprenderanno immediatamente. Oggi abbiamo vinto una battaglia ma non la guerra, dobbiamo essere chiari. Il confronto sarà ancora lungo, lotteremo per dimostrare che qui c’è un futuro industriale, sbarrando la porta a manovre speculative. La prossima tappa sarà il tavolo del 26 giugno in Regione e Mozarc deve sapere che saremo in grado di riprendere immediatamente la mobilitazione”, evidenziano Filctem Cgil e Femca Cisl.

Intanto, si annuncia una presenza massiccia a Bologna, sotto al palazzo della Regione Emilia-Romagna, il prossimo 26 giugno.

Il Sindaco di Mirandola Alberto Greco in merito all’esito dell’incontro fra le parti sindacali e i vertici della Mozarc:

Apprendiamo con soddisfazione il positivo esito del confronto fra i veritici della Mozarc Medical (ex Bellco) e le rappresentanze sindacali. Un segnale positivo, contraddistinto dal rinvio di ogni decisione traslato solamente a dopo aver partecipato agli incontri con Regione e Ministro del Lavoro e del Made in Italy con annesso congelamento dei licenziamenti, che tuttavia non deve far calare l’attenzione sugli scenari futuri del comparto produttivo che, è bene ricordarlo una volta in più, riguarda 350 lavoratori e famiglie”.


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