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Diabete di tipo 1: torna il campo scuola per imparare a gestire la quotidianitàSono stati 28 i bambini e adolescenti con diabete di tipo 1, di età compresa tra i 10 ed i 15 anni, che hanno partecipato al Soggiorno Estivo Educativo-Terapeutico residenziale che si è svolto a Fanano (MO) dal 31 agosto al 4 settembre 2022. Dopo 2 anni di stop forzato a causa della pandemia COVID-19, l’evento formativo è stato organizzato dalla Struttura Complessa di Pediatria dell’Azienda Ospedaliero–Universitaria (AOU) Policlinico di Modena, diretta dal prof. Lorenzo Iughetti, in collaborazione con l’Associazione Giovani Diabetici (AGD) di Modena e grazie al finanziamento garantito anche per il 2022 dalla Regione Emilia-Romagna. A sostegno nella realizzazione dell’iniziativa anche quest’anno troviamo COOP Alleanza 3.0 che ha contribuito con la donazione di tutti gli alimenti necessari per la correzione degli episodi di ipoglicemia.

I soggiorni estivi sono riconosciuti dalle istituzioni politiche ed amministrative e dalle società scientifiche internazionali e nazionali di diabetologia come un momento fondamentale ed insostituibile nel processo educativo del soggetto con diabete. I benefici a breve e medio termine di questa iniziativa, per quel che riguarda il miglioramento delle capacità di autogestione della malattia, sono ormai riconosciuti.

L’evento è stato organizzato dalla prof.ssa Barbara Predieri, professore associato UNIMORE e medico dell’ambulatorio di Diabetologia Pediatrica, grazie al prezioso supporto del personale amministrativo dell’AOU Policlinico di Modena. “Dobbiamo ringraziare il personale della Direzione Sanitaria e del Dipartimento – ha commentato il prof. Lorenzo Iughetti – per l’impegno profuso, in particolare la dott.ssa Francesca Torcasio e la sig.ra Rosa Cataldo impegnate nel garantire la realizzazione di questo progetto. Grazie al lavoro di equipe, quindi, anche quest’anno i ragazzi di Modena e provincia affetti da diabete di tipo 1 hanno avuto modo di imparare a gestire meglio la loro malattia diventando protagonisti nella costruzione della loro salute”.

Promuovere l’educazione specifica per stimolare l’indipendenza nell’autogestione della malattia diabete, favorire il confronto tra coetanei e sviluppare il processo di autostima e di responsabilizzazione: questi gli obiettivi educativo-terapeutici primari dell’iniziativa che ha visto gli operatori sanitari dell’Unità Operativa Complessa di Pediatria impegnati con i ragazzi in un vero e proprio campus per 5 giorni. “Il soggiorno estivo educativo-terapeutico – spiega la prof.ssa Barbara Predieri – rappresenta per i ragazzi un importante periodo di educazione ed addestramento teorico-pratico atto ad implementare le conoscenze per l’autogestione della malattia, in modo da svincolarli dalla presenza dei famigliari. Questo risultato passa necessariamente attraverso un aumento dell’autostima ed il superamento della sensazione di isolamento che spesso si accompagna a questa complessa patologia, soprattutto dopo questo periodo di pandemia. Durante l’intera durata del soggiorno, organizzato in forma residenziale in ambiente extraospedaliero, i ragazzi hanno avuto a disposizione, continuativamente, un team di esperti formato da pediatra diabetologo, medici in formazione, infermieri e dietista”.

“Il soggiorno estivo – continua il prof. Lorenzo Iughetti – ha anche lo scopo di favorire la formazione, l’arricchimento professionale e consolidare i rapporti con il team pediatrico diabetologico. Per questo è sempre importante l’apporto delle diverse figure professionali afferenti all’Unità Operativa Complessa di Pediatria che con la loro partecipazione permettono la realizzazione di questo progetto”.

“Gli obiettivi dei soggiorni estivi – continua la prof.ssa Barbara Predieri – sono quelli di offrire una vacanza in ambiente protetto a bambini ed adolescenti con diabete di tipo 1 permettendo loro di svolgere educazione terapeutica, ma anche attività ricreative e sportive grazie al supporto di esperti del settore coinvolti nell’organizzazione del soggiorno. Autocontrollo, alimentazione, esercizio fisico, terapia insulinica e nuove tecnologie nella gestione del diabete, sono solo alcuni degli argomenti che sono stati discussi ed affrontati con i ragazzi. Ogni momento di vita quotidiana vissuto durante il soggiorno è stato motivo di istruzione e miglioramento della propria capacità di gestire il diabete, un importante valore aggiunto. Lo stretto e continuo contatto tra operatori sanitari e ragazzi ha permesso anche la costruzione e la sperimentazione di nuove strade terapeutiche per un benessere sempre maggiore. Vivere situazioni nuove che pongono la necessità di sperimentare comportamenti differenti, trovarsi in contesti inusuali, testare la propria autonomia, acquisire nuove conoscenze ed affrontare le difficoltà psicologiche che tutto questo comporta sono da sempre i punti di forza di questa iniziativa”.

Durante lo svolgimento del soggiorno i ragazzi hanno avuto l’opportunità di confrontarsi con coetanei che condividono le medesime problematiche, acquisendo la consapevolezza che, attraverso un’autonoma e buona capacità di gestione del diabete, possono vivere in serenità e sicurezza. Generalmente la vita di gruppo stimola l’emulazione, con risultati significativi anche per i più reticenti, che provano, con successo, a farsi da soli l’iniezione d’insulina, regolano la propria terapia insulinica in relazione all’alimentazione ed all’esercizio fisico, eseguono diligentemente e con costanza l’autocontrollo glicemico tramite i presidi tecnologici. Allo stesso tempo, gli operatori hanno modo di rilevare le reazioni e le caratteristiche comportamentali di ciascuno dei ragazzi nei confronti della malattia.

“Vorrei dire Grazie a tutti gli operatori sanitari che hanno partecipato a questo soggiorno. Per il futuro più prossimo – conclude il prof. Lorenzo Iughetti – siamo già attivi, insieme ad AGD Modena, nell’organizzazione del secondo evento per il 2022 rappresentato dal soggiorno educativo-terapeutico per i bambini più piccoli e per i loro genitori”

Il diabete di tipo 1 è una malattia cronica di natura autoimmune. Il soggetto che ne è affetto non è più in grado di produrre insulina in quanto le cellule del pancreas, deputate a questa produzione, vengono distrutte a causa di un meccanismo anticorpale specifico. Ne consegue un aumento dei livelli di glucosio nel sangue associato alla comparsa di sintomi clinici specifici quali l’urinare ed il bere più del solito. Il diabete di tipo 1 rappresenta il 5-10% di tutti i casi di diabete; tuttavia, costituisce la forma in assoluto più frequente nell’età evolutiva con un’incidenza nella popolazione italiana 0-14 anni pari a circa 13 casi/100.000/anno. Ogni anno, l’Unità Operativa Complessa di Pediatria segue circa 230 soggetti affetti da diabete di tipo 1, tra cui circa 25 nuovi esordi di malattia l’anno.

 

 


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