Un ex dipendente comunale arrestato e 39 indagati con oltre 200 capi d’imputazione, il sequestro di due unità immobiliari e di oltre 2.000 euro in contanti: questo l’esito di una importante indagine della Polizia locale di Reggio Emilia che ha permesso di individuare e smantellare un traffico di residenze irregolari in città. A finire ai domiciliari un ex dipendente del Comune che, dietro compenso, avallava richieste di residenze di cittadini immigrati, per agevolare l’ottenimento o il rinnovo del permesso di soggiorno.
Le indagini, coordinate della procura della Repubblica di Reggio Emilia diretta dal Procuratore Calogero Gaetano Paci, hanno preso le mosse due anni fa grazie al costante e continuo monitoraggio della Zona stazione da parte degli operatori del Comando di via Brigata Reggio che avevano notato un numero anomalo di cittadini stranieri, provenienti da diverse parti d’Italia, avanzare domanda di residenza in abitazioni del quartiere e rendersi irreperibili subito dopo averla ottenuta. Segnalazioni di situazioni anomale sulla richiesta di residenza erano pervenute anche dall’Ufficio Anagrafe dello stesso Comune dove, per alcuni immobili, si era notato un sovraffollamento di presunti affittuari, e da abitanti della zona, estranei ai fatti, che all’indirizzo di casa ricevevano costantemente posta con nominativi di persone sconosciute.
Grazie ad un paziente lavoro di confronto dei dati derivati dal monitoraggio dei residenti e dalle segnalazioni ricevute dall’Ufficio Anagrafe di via Toschi, gli agenti hanno accertato che tutte le pratiche sospette erano riconducibili ad accertamenti anagrafici effettuati da un unico messo comunale incaricato del servizio. Un campanello d’allarme che ha fatto scattare le indagini a carico del 57enne all’epoca dipendente comunale, pedinamenti, verifica dei tabulati telefonici e gps sul mezzo, di proprietà dell’Amministrazione comunale, utilizzato dal dipendente. Grazie all’attività investigativa sono emersi frequenti contatti dell’ex messo con un cittadino di origini pakistane; quest’ultimo, secondo gli inquirenti, aveva avviato un’attività illecita volta sfruttare le persone con l’esigenza di rinnovare il permesso di soggiorno. L’uomo, in cambio di una consistente somma di denaro, svolgeva tutta l’attività necessaria per far ottenere all’immigrato il rinnovo o il rilascio del permesso di soggiorno accelerando i tempi grazie alle residenze fittizie. Tra i requisiti necessari all’ottenimento del documento, infatti, vi è la residenza del richiedente su territorio italiano. Avvalendosi della complicità dell’ex dipendente comunale, che dietro compenso svolgeva fittizi accertamenti di residenza con esito positivo, l’uomo accelerava in modo illegale l’ottenimento del permesso di soggiorno.
Nella mattinata di ieri, dopo un’indagine durata quasi due anni, sono scattate le manette per il dipendente infedele del Comune, nel frattempo trasferito in un comune della Toscana. A carico dell’uomo, accusato di corruzione, peculato, falso in atto pubblico e traffico di influenze illecite, è stato emesso un provvedimento di custodia cautelare agli arresti domiciliari, mentre non è stato possibile eseguire le misure nei confronti del cittadino pakistano deceduto per cause naturali pochi mesi fa. A finire nell’indagine anche i cittadini stranieri che, per ottenere il rinnovo dei documenti, si sono affidati all’illegalità e ad alcuni proprietari di appartamenti compiacenti.
“Si tratta di una importante attività portata avanti dalla Polizia locale grazie al coordinamento della procura della Repubblica di Reggio Emila – ha sottolineato il comandate Stefano Poma – che dimostra la costante attenzione degli agenti al territorio e al contrasto a fenomeni di illegalità che vanno a ledere i diritti dei cittadini e dell’intera comunità”.