Oggi è sciopero generale della conoscenza. La FLC CGIL, insieme alle Confederazioni di Cgil e Uil, ha proclamato lo sciopero nazionale per l’intera giornata di tutto il personale di scuola, università, ricerca, AFAM, formazione professionale e scuola non statale.
Lavoratrici e lavoratori al fianco delle studentesse e degli studenti di Bologna e provincia hanno incrociato le braccia e sono scesi in piazza per il diritto all’istruzione e alla formazione per tutti e tutte, per un salario dignitoso, contro l’autonomia differenziata, il definanziamento e la privatizzazione della conoscenza, per la stabilizzazione del precariato, per il diritto allo studio.
E non meno importante, per difendere il diritto di sciopero.
Sono stati circa 200 i plessi scolastici chiusi in tutta la provincia di Bologna (in alcuni con punte di adesione al 60%) e nei restanti plessi e istituti il servizio scolastico, di trasporto e di mensa non è comunque stato garantito completamente.
Hanno incrociato le braccia anche diversi dipendenti tecnici amministrativi e diversi docenti di Unibo, scioperi anche negli Enti pubblici di ricerca e nell’Afam.
La mattinata è iniziata con tre presidi al CNR di Bologna, all’Ipsar Aldrovandi – Rubbiani e all’Unibo ed finita in piazza del Nettuno con la “Piazza dello Stato sociale, dei servizi e del lavoro pubblico, della cura e della conoscenza”, dove hanno preso parola i delegati dei luoghi di lavoro e gli studenti.
Una piazza gremita che ha ribadito le ragioni dello sciopero e rimesso al centro del dibattito la conoscenza e il futuro del paese.
Una conoscenza su cui si taglia e non si investe, che prende la parola contro una legge di bilancio che non mette un euro sui salari già troppo bassi, sugli investimenti e sulla lotta al precariato. Una finanziaria che non investe sul futuro del Paese.
Contro una progressiva riduzione del perimetro pubblico del paese, contro un pericoloso scivolamento verso il privato di un diritto costituzionale come l’istruzione. Contro il Ddl Calderoli e contro ogni forma di autonomia differenziata.
Contro una tanto sbandierata politica delle pensioni che di fatto peggiora la legge Fornero e aumenta i paletti per andare in pensione.
Contro un Governo che elargisce arretrati contrattuali come “pacchi di Natale” in busta paga, sottraendo quelle somme alla contrattazione nazionale e mettendo in atto un’azione di pura propaganda. Cifre irrisorie rispetto alla perdita dei salari sull’inflazione.
E soprattutto, abbiamo incrociato le braccia ancora una volta perché, nonostante gli attacchi di questi giorni, scioperare è un diritto costituzionale. Perché il dissenso è il sale della democrazia.
Per la dignità del lavoro e perché la conoscenza è un bene pubblico e collettivo.
(Gabriele Caforio, Segretario generale FLC CGIL Bologna)