«Gli interventi in infrastrutture viarie non sono più procrastinabili se vogliamo rendere i comuni dell’Appennino più accessibili ai residenti della città e per chi proviene da fuori regione. Il fatto che vi siano dei tempi di percorrenza di molto superiori rispetto alla norma penalizza gli imprenditori ma anche il turismo locale, che è uno dei punti di forza delle nostre montagne».
Da Lapam Confartigianato commentano con queste parole un’indagine dell’ufficio studi associativo che fotografa come le imprese in montagna abbiano una minore accessibilità alle principali infrastrutture di trasporto rispetto al resto del territorio. Come emerge dall’analisi, un imprenditore di montagna in un anno impiega più del doppio di tempo rispetto a un imprenditore in area non montana per accedere ad autostrade, stazioni ferroviarie, aeroporti e porti più prossimi. A parità di esigenze di spostamento, infatti, un imprenditore in appennino impiega in media 53 minuti contro i 24 medi in provincia di Modena. Tra i comuni montani sono meglio collegati Guiglia, Serramazzoni e Pavullo, mentre risultano peggio collegati Pievepelago (dove si impiegano in media 85 minuti), Fiumalbo (da cui ci si impiega mediamente 83 minuti) e Riolunato (per cui sono necessari in media 79 minuti). Questo divario di tempi di percorrenza, stimato in un costo medio annuo di 2.168 euro in più per l’imprenditore di montagna rispetto a un imprenditore attivo nelle altre aree del territorio, va a impattare negativamente su imprese e lavoratori. Fondamentale poi per garantire la continuità del servizio pubblico anche nelle aree più remote, è un livello adeguato di servizi pubblici accessibili online. Secondo l’aggiornamento al 2023 del Digital Economy and Society Index (DESI) elaborato dalla Commissione europea, la quota di utenti di internet italiani che interagiscono con la Pubblica amministrazione attraverso siti web o app è pari al 76%, quota in linea rispetto al 74% della media dei paesi dell’Unione europea. In Emilia-Romagna, la quinta regione più avanzata in Italia a livello tecnologico, un quinto dei comuni (precisamente il 20,9%) non offre la possibilità di usufruire di almeno un servizio fruibile in modalità online dall’avvio fino alla conclusione dell’intero iter. Nel contempo il 28,3% delle famiglie lamenta difficoltà nell’accedere agli uffici comunali.
«Questi dati evidenziano ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, che le infrastrutture sono necessarie – concludono dall’associazione datoriale – e gli investimenti sono fondamentali, per imprese e, come si precisava precedentemente, per i turisti. Dall’indagine, infatti, registriamo che in provincia di Modena quasi un turista su cinque pernotta in montagna. Nel 2023 si sono registrate oltre 280 mila presenze nei comuni montani, in linea con l’anno precedente, solo in lieve calo dello 0,7%. I numeri del 2023, come già quelli del 2022, continuano a mantenersi al di sopra dei livelli del 2019, ultimo anno di normale afflusso turistico pre pandemia, facendo registrare un +1,6% del 2023 sul 2019. L’appennino ha affrontato meglio del restante territorio la crisi pandemica, dovuto in parte al fatto che la montagna modenese è frequentata prevalentemente da connazionali, limitandosi a ospitare stranieri solo nell’8% dei pernotti. Si tratta di un fattore positivo dal momento che la componente straniera è quella che ha subito le limitazioni più drastiche negli ultimi anni. Dagli investimenti si deve ripartire per un rilancio di tutto il tessuto economico e sociale a 360 gradi».