Le Aziende sanitarie modenesi aderiscono alla XXIII Giornata del Sollievo che si celebra il 28 maggio, evento organizzato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome insieme al Ministero della Salute e alla Fondazione Nazionale ‘Gigi Ghirotti’ per promuovere e testimoniare, attraverso iniziative di sensibilizzazione, informazione e solidarietà, la cultura del sollievo dalla sofferenza fisica e morale in favore di tutti coloro che sono giunti all’ultima fase della vita ma anche rivolta a condizioni esistenziali o di malattia caratterizzate dal dolore cronico.
Con più di 800 nuovi pazienti presi in carico solo nel 2022 e una media di oltre 6mila visite di controllo all’anno, il Centro di Terapia del dolore di Castelfranco Emilia si conferma punto di riferimento per tutta la provincia di Modena e non solo, essendo, dal 2019, uno dei tre hub della rete regionale della Terapia del dolore assieme ai Centri di Ravenna e Parma.
L’hub satellite di Castelfranco fa parte della Rete di terapia del dolore della provincia di Modena in cui sono inseriti i centri Ospedale Civile di Baggiovara e il Policlinico di Modena dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, Ospedale di Pavullo, Ospedale di Mirandola di Ausl Modena e Ospedale di Sassuolo spa. Tutte le strutture collaborano insieme nella Rete della terapia del dolore.
La rete della terapia del dolore
L’hub satellite di Castelfranco ha il compito di erogare interventi diagnostici e terapeutici ad alta complessità (farmacologici, chirurgici, psicologici) finalizzati alla riduzione del dolore (con diverse cause scatenanti) e delle disabilità.
Garantisce la gestione del dolore attraverso un approccio interdisciplinare per le patologie complesse, sia con team dedicati (di cui fa parte, ad esempio, l’Unità operativa di Psicologia ospedaliera di Carpi) che attraverso la rete di consulenti e si avvale del blocco operatorio dell’Ospedale di Vignola per le attività chirurgiche che necessitano di ricovero ordinario o in day surgery.
Nel 2022 il Centro di Castelfranco ha preso in carico 850 nuovi pazienti, in aumento rispetto agli anni scorsi che vedevano una media di 700 nuovi pazienti all’anno. Le visite di controllo sono state circa 6mila a cui si aggiungono procedure ambulatoriali complesse come il riempimento di sistemi di infusione di farmaco che vengono impiantati. Interventi altamente innovativi come quello che ha coinvolto, nel 2022, una paziente di 79 anni affetta da Cisti di Tarlov in corrispondenza della colonna vertebrale e costretta a non poter più camminare: grazie all’inserimento nella schiena di un particolare impianto wireless, modalità mai usata in questo tipo di patologia, il dolore è scomparso e la signora ha ripreso a camminare, a guidare l’auto.
Il Centro di Castelfranco funziona da hub, Mirandola e Pavullo fanno parte della rete di terapia del dolore provinciale con ambulatori dedicati, dove vengono eseguite prime visite, controlli, infiltrazioni endo-articolari e peridurali, interfacciandosi con Castelfranco secondo un modello hub-spoke, per i casi più complessi che richiedono procedure invasive.
Nel 2020, con la pandemia di Covid-19 e i conseguenti lockdown, il Centro hub ha riorganizzato le terapie erogandole anche a domicilio per dare supporto a tutti i cittadini. Terminata la fase acuta della pandemia, le terapie a domicilio sono state mantenute (anche grazie ad un’auto acquistata con il contributo dell’associazione di volontariato ‘Curare il dolore’) e rivolte solo ai cittadini con particolari condizioni di fragilità. Nel 2022 sono stati 120 i pazienti trattati o seguiti con questa modalità, le terapie a domicilio hanno dato benefici significativi nella cura dei pazienti tanto da essere state sviluppate in linea con l’assistenza di prossimità prevista dal Pnrr.
“La terapia del dolore è spesso cronica e l’evoluzione della malattia o il naturale scorrere della vita limitano la capacità d’autonomia e di mobilità del paziente progredendo ad esempio, verso l’allettamento, quindi verso un grado di maggiore fragilità che rende il malato estremamente dipendente dal suo contesto familiare, al di fuori del quale si manifestano preoccupazioni, paure ed ansie – sottolinea la responsabile del Centro di Terapia del dolore la dottoressa Cristina Mastronicola (foto)– il progetto di prossimità “Terapia del dolore al domicilio” è quindi orientato a continuare un’assistenza di qualità e, in particolar modo, mette al centro della terapia il paziente e il suo contesto familiare”.
All’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena la terapia del dolore è svolta al Policlinico di Modena e all’Ospedale Civile di Baggiovara. Al Policlinico di Modena è attivo un Ambulatorio di Terapia Antalgica che svolge attività di consulenza per pazienti che afferiscono in modalità ambulatoriale, DH, oppure pazienti in carico presso le varie Unità Operative. “La nostra struttura – precisa la dottoressa Veronica Bonfreschi dell’Anestesia e Rianimazione I del Policlinico, diretta dal prof. Massimo Girardis – assicura anche l’assistenza alle procedure diagnostico-terapeutiche necessarie ai piccoli pazienti affetti patologie oncologiche che vengono effettuate sia in sala operatoria sotto sedazione che in Radiologia e Radioterapia, con grande sollievo bambini e delle loro famiglie”. L’Anestesia e Rianimazione I assicura anche il servizio di parto analgesia gratuito per la gestione del dolore durante il travaglio di parto, servizio attivo anche presso l’ospedale Ramazzini di Carpi.
L’Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale Civile di Baggiovara esegue infiltrazioni e neuromodulazioni di precisione con guida ecografica e radiologica in sedute dedicate. “La Terapia del Dolore – aggiunge il dottor Marco Degoli, dell’Anestesia e Rianimazione diretta dalla dottoressa Elisabetta Bertellini – è una specializzazione medica che si occupa della valutazione e cura dei pazienti affetti da dolore. In Terapia Antalgica vengono eseguiti trattamenti conservativi cioè non chirurgici. Tra questi spesso si eseguono infiltrazioni che consistono nella somministrazione di farmaci in alta concentrazione nella sede da cui nasce il dolore”.
L’Ospedale di Sassuolo da qualche anno ha strutturato un ambulatorio per la gestione del dolore che risponde ai bisogni della cittadinanza coordinato da anestesisti. Nel tempo l’attenzione alla presa in carico delle persone con sintomatologie dolorose è diventata fondamentale nei processi assistenziali.
Le cure palliative
A fianco della Rete locale di terapia del dolore vi è la Rete locale di cure palliative, un team di professionisti che, con approccio interdisciplinare, trattano la fase avanzata della malattia con l’obiettivo di promuovere la migliore qualità di vita possibile per i malati e le loro famiglie.
La Rete locale della provincia di Modena si compone di 4 nodi:
1) gli ambulatori di cure palliative, presenti in tutti i Distretti della provincia
2) il nodo ospedale, che vede un team multidisciplinare intervenire in diversi giorni della settimana in ciascun ospedale della provincia. Il medico palliativista, l’infermiere esperto e, a volte, lo psicologo e l’assistente sociale, incontrano persone con malattie gravi e i loro familiari per condividere gli obiettivi di cure e definire insieme i progetti di assistenza.
3) l’Hospice di Castelfranco Emilia che accoglie circa 300 persone ammalate ogni anno e presta molta attenzione ai familiari ai quali vengono dedicati momenti specifici chiamati “family conference”. Le espressioni di ringraziamento e di gradimento ricevute da questa struttura sono state molteplici, tra cui donazioni private.
4) il domicilio è il nodo della Rete tradizionalmente più sviluppato grazie alla forte integrazione con la Medicina generale. Lo scorso anno più di 1700 pazienti hanno ricevuto l’assistenza di un team multiprofessionale nelle proprie case. Sono state strutturate 7 equipe (medici, infermieri, psicologi) , una per ciascun Distretto, in grado di garantire la propria presenza da Finale Emilia a Pievepelago. Questa attività permette alle persone ammalate e alle famiglie di vivere nel proprio luogo privilegiato di vita, la casa, anche questa difficile esperienza.
I vari nodi della rete si sono occupati anche di bambini e in almeno 5 casi è stato possibile supportare i genitori nel vivere a casa le ultime fasi di malattia del proprio figlio.
Per quanto riguarda l’accesso alle cure palliative, si cerca di realizzarlo nel modo più semplice possibile: “Non aspettiamo che sia il cittadino a richiederlo ma attraverso i medici di medicina generale , durante i ricoveri ospedalieri o in atri occasioni di cura, ci muoviamo proattivamente per incontrare le persone ammalate e le loro famiglia al fine di offrire questo tipo di assistenza” sottolinea il dottor Paolo Vacondio responsabile della Rete locale di cure palliative.
L’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena è impegnata su diversi fronti nelle cure palliative. Al Policlinico di Modena, nell’ambito del Dipartimento di Oncologia ed Ematologia è attiva la Struttura semplice dipartimentale Cure Palliative-Hospice, di cui è responsabile la dottoressa Claudia Fiorani. “L’obiettivo principale della Unità Operativa è il raggiungimento della miglior qualità di vita nei malati onco-ematologici nelle fasi avanzate di malattia. Il dolore causa sofferenza fisica, psichica e sociale nei pazienti ed è fonte di angoscia e preoccupazione dei familiari. Nella UO di Cure Palliative ci si occupa non solo del sollievo dal sintomo dolore ma da tutti i sintomi propri del fine vita (delirium, dispnea, vomito, cachessia) fino alla sofferenza globale. I trattamenti erogati in Cure Palliative-Hospice sono cure continue, di alta professionalità e umanità e si fondano, oltre che su terapie farmacologiche, sull’accudimento, l’ascolto, il sostegno, mantenendo al centro dell’attenzione il malato e la famiglia, con i loro bisogni e preferenze”. Dal 2022, in accordo con la Direzione Sanitaria si è deciso di ampliare i criteri di eleggibilità per il ricovero in Cure Palliative-Hospice: ciò ha comportato un maggior numero di ricoveri di pazienti provenienti da reparti per acuti. L’obiettivo di questo progetto è finalizzato ad offrire ai pazienti onco-ematologici la migliore cura nel reparto più idoneo, dove esistono le competenze per la gestione dei sintomi del fine vita compresa la sedazione terminale. All’Ospedale Civile di Baggiovara, all’interno della Unità Operativa di Geriatria, diretta dal professor Marco Bertolotti, è presente un nucleo di Cure Palliative Geriatriche, di cui è responsabile la dottoressa Caterina Rontauroli. Questa sezione garantisce anche l’attività di consulenza nei confronti dei pazienti ricoverati. “La nostra struttura è estremamente sensibile al tema delle Cure Palliative, in un contesto di “umanizzazione” delle cure – ha spiegato il professor Marco Bertolotti – tematica a cui la Geriatria è particolarmente attenta”. “Il nucleo di Cure Palliative Geriatriche della Geriatria è composto da tre stanze singole, che accoglie pazienti da tutte le strutture aziendali, e in cui ci si fa carico del paziente e della sua famiglia con un approccio olistico, mirato non solo alla cura della patologia ma al mantenimento della qualità della vita attraverso il controllo dei sintomi,” – prosegue la dottoressa Rontauroli. “L’anno scorso (2022) sono stati accolti 101 pazienti. A questo si aggiunga l’attività di consulenza per pazienti ricoverati nelle unità di degenza; considerando il numero relativamente limitato di posti letto a nostra disposizione, questa attività consulenziale fornisce un contributo importantissimo alla gestione del paziente nelle altre UO, e a diffondere la cultura sulle cure palliative all’interno dei nostri Ospedali. Nel 2022 sono state erogate 98 consulenze”.
Le iniziative in occasione della Giornata del Sollievo
In occasione della Giornata del Sollievo, sabato 27 maggio l’Azienda USL di Modena ha organizzato un convegno – appuntamento a Novi di Modena alle 9.30 nella Casa Residenza Anziani Cortenova (via Don Minzoni 2) – in collaborazione con l’associazione ‘Zero k’ e con il patrocinio del Comune di Novi. Si parlerà della Rete locale di cure palliative con diversi specialisti tra cui il responsabile della Rete, il dottor Paolo Vacondio di Ausl, che presenterà il suo libro ‘Sediamoci qui’: un testo per spiegare con parole semplici e immediate l’importanza delle cure palliative.
Domenica 28 maggio l’Ospedale di Sassuolo somministrerà a tutti i pazienti ricoverati un questionario anonimo sulla qualità delle cure percepite sottolineando gli aspetti relativi alla gestione del dolore e del suo trattamento. Saranno i pazienti, su base volontaria, ad inviare un feedback rispetto alla percezione delle cure erogate, un feedback fondamentale nel cammino di miglioramento dell’assistenza.