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I Carabinieri Forestali del Servizio METEOMONT  al lavoro per la sicurezza in montagnaIl Servizio METEOMONT (Servizio Nazionale di previsione neve e valanghe) svolto dall’Arma dei Carabinieri in collaborazione con il Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare, nella Regione Emilia Romagna può contare su una consolidata e proficua collaborazione con il Centro Funzionale ARPAE-CF, con il quale è stato siglato in questi giorni un Accordo di Programma per le attività di previsione e prevenzione del rischio valanghe. Con tale accordo il Servizio METEOMONT redige il proprio “Bollettino di pericolo valanghe” utilizzando i dati tratti dalla propria rete di rilevamento manuale (Stazioni Meteonivologiche Tradizionali, Nuclei Itineranti e Pattuglie NEVEMONT) ed avvalendosi della collaborazione di ARPAE-CF per le previsioni metereologiche, al quale fornisce il supporto tecnico utile all’emissione del “Bollettino di Allerta Valanghe”.

La rete di rilevamento e di previsione del Servizio METEOMONT, costituita dal personale qualificato dei Carabinieri Forestali, Osservatori meteonivometrici, Esperti e Previsori neve e valanghe è già lavoro. Ogni giorno e con ogni condizione meteorologica sono presenti  sulle nostre nevi, sci ai piedi, per controllare le condizioni del tempo, valutare e analizzare il manto nevoso e la sua stabilità, vigilare sulle zone a rischio, incrociare e studiare i dati ed informare le migliaia di potenziali fruitori della montagna tramite il Bollettino di previsione neve e valanghe, consultabile sul sito www.meteomont.gov.it e a breve sul sito www.meteomont.carabinieri.it

Con l’inizio della stagione invernale sono d’obbligo alcune raccomandazioni partendo dal presupposto che coloro che amano la montagna sono generalmente consapevoli dei rischi connessi alla pratica delle attività escursionistiche di ogni genere, ma tale consapevolezza non significa certamente affrontare rischi inutili od evitabili soprattutto quando ciò potrebbe comportare gravi conseguenze per sé o per gli altri.

Inevitabili infatti sarebbero le conseguenze: danni diretti o indiretti all’ambiente, generazione di conflitti e contenziosi, aumento degli incidenti, diffusione di una mentalità e di una cultura che punta a consumare la montagna e non a viverla, a conoscerla, a rispettarla.

In particolare è bene ricordare, anche alla luce di quanto accaduto nei giorni scorsi ad alcuni scialpinisti rimasti coinvolti in un evento valanghivo sull’Appennino Emiliano, che la scala del pericolo valanghe, articolata in 5 gradi di pericolo: DEBOLE 1 – MODERATO 2 – MARCATO 3 – FORTE 4 – MOLTO FORTE 5; deve essere conosciuta in maniera approfondita per interpretare correttamente la sintesi di tutte le informazioni contenute nel bollettino consultabile online sui siti dedicati.

A tutti gli appassionati della montagna ed ai praticanti, si raccomanda: di informarsi sempre prima di intraprendere qualsiasi attività sulle condizioni meteorologiche, nivologiche in atto e previste consultando anche il bollettino meteonivologico; di prepararsi con un adeguato equipaggiamento che consente di ridurre notevolmente i pericoli insiti nella pratica escursionistica, per il fuori pista portare sempre al seguito ARTVA (Apparecchio di Ricerca dei Travolti in Valanga), PALA e SONDA; soprattutto “conoscere se stessi” poichè l’attività escursionistica che si intende intraprendere deve essere sempre commisurata alle proprie capacità tecniche e psico – fisiche e all’esperienza posseduta ricordando a tutti che “la montagna non conosce esperti”.

Da quest’anno, con l’inizio della stagione invernale, entrerà nel vivo anche l’accordo  di collaborazione stipulato dal Centro Settore METEOMONT con il Dipartimento di Chimica dell’Università degli Studi di Firenze, il quale prevede che i Carabinieri Forestali con la qualifica di “Osservatore meteonivometrico”  durante i rilievi nivologici sul Monte Cimone – Stazione di Piancavallaro situata a 1800 metri di altitudine –  procederanno anche alla raccolta di campioni di deposizioni nevose per lo studio delle sorgenti di aerosol deposto sul manto nevoso e dei processi di dilavamento atmosferico nel periodo invernale.  Si tratta della prima attività di monitoraggio che viene svolta sulla catena Appenninica, dove peraltro il Monte Cimone è considerato sito strategico delle catene montuose a livello globale.


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