Identificata per la prima volta in Emilia-Romagna dal Laboratorio di Pievesestina (FC) la sottovariante Omicron ‘BA.5’ del virus Sars-Cov-2, comunemente nota come ‘Omicron 5’: il tampone su cui, a random, è stato eseguito il sequenziamento genomico, era stato effettuato nel Drive through della Fiera di Forlì su un cittadino del 1984 con sintomi respiratori lievi, ora in isolamento domiciliare.
Attualmente, secondo le indicazioni ministeriali, sono due le tipologie di sequenziamento che vengono eseguite dal Laboratorio di Pievesestina: una riguarda i casi considerati particolari e rilevanti per motivi epidemiologici (ad esempio relativi a infezioni particolarmente severe), che vengono sequenziati tutti. Il secondo tipo è invece casuale: vengono sequenziati circa 25 campioni due volte la settimana, quindi una cinquantina ogni sette giorni, senza alcuna selezione; l’unica condizione è che si tratti di una prima infezione e che abbiano una carica virale sufficiente per poter effettuare l’analisi. Attraverso questo sequenziamento random è stato dunque identificato in Emilia-Romagna il primo caso di sottovariante BA.5.
“Si tratta- spiega il direttore del Laboratorio di Pievesestina, professor Vittorio Sambri – di una sottovariante identificata per la prima volta in Sudafrica il 25 febbraio di quest’anno, che condivide con BA.4 la maggior parte delle mutazioni; ad oggi è stata trovata principalmente, oltre al Sudafrica, in Germania, Portogallo, Regno Unito e Stati Uniti. Non c’è alcuna evidenza – aggiunge Sambri- di un aumento di severità del Covid-19 dato da infezione di BA.5, sebbene il tasso di incremento giornaliero in Sudafrica sia stato calcolato del 12%”.
Ad oggi nella piattaforma Icogen per la sorveglianza genomica dell’Istituto Superiore di Sanità sono registrate 16 sequenze di BA.5, oltre alla prima sequenza trovata in Emilia- Romagna.