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Il busto di Luigi Ferdinando Marsili, oggetto di un progetto smart di Alma MaterSecondo l’accordo tra Sistema Museale di Ateneo e Accademia delle Scienze, la scultura in marmo con l’effigie di Marsili (1658 – 1720) – erudito dal multiforme ingegno, ma anche condottiero e sensibile collezionista -, resta così collocata presso la sala di architettura militare del Museo di Palazzo Poggi per permetterne la fruizione al pubblico che visita la collezione museale, mentre l’Accademia avrà il suo facsimile, a suggellare la memoria dell’origine.

Il busto che ritrae Marsili, è stato oggetto di un progetto di digitalizzazione smart per i musei condotto, in coordinamento con il Sistema Museale di Ateneo (SMA), dal gruppo di ricerca di Marco Gaiani e Fabrizio Apollonio del Dipartimento di Architettura dell’Università di Bologna con, in prima fila, Giovanni Bacci e Filippo Fantini.

L’avanzata sperimentazione si colloca all’interno di un più ampio filone di ricerca incentrato sullo sviluppo di soluzioni software e di procedure automatizzate di modellazione 3D per la digitalizzazione delle collezioni museali, e ha permesso di convertire immagini scattate con comuni smartphone in modelli digitali ad alto dettaglio, e di documentare fedelmente la forma e il colore delle collezioni.

La sfida raccolta e portata avanti dal gruppo di ricerca del Dipartimento Unibo è stata quella di consentire, con un training estremamente rapido e con strumenti non specialistici come gli smartphone, di bypassare l’uso di strumentazioni costose e dal complesso utilizzo, garantendo al tempo stesso la massima accuratezza nel digitalizzare le collezioni dei musei che, in questo momento, vivono un evidente periodo di sofferenza dovuto alle restrizioni di visita. La tecnica utilizzata, inoltre, si propone come strumento per mettere in grado personale non esperto in campo di digitalizzazione di opere d’arte di realizzare repliche digitali dei manufatti.

A partire dal modello creato da Unibo la replica in scala 1:1 del busto di Marsili è stata ottenuta, con tecnologie di tipo additivo che generano il calco strato dopo strato, dall’azienda Opera 3D.

 

Aspetti tecnici:

Il modello digitale del busto è stato ottenuto a partire da 583 fotografie scattate con uno smartphone e corrette radiometricamente per ottenere la massima accuratezza geometrica e la massima fedeltà cromatica del marmo impiegato per la statua servendosi di software sviluppato dallo stesso gruppo del Dipartimento di Architettura. Il risultato è dato da una geometria di circa 15 milioni di facce triangolari i cui lati presentano una lunghezza media di circa 3 decimi di millimetro.

Per consentire la stampa in 3D il file dell’oggetto in formato STL è stato sezionato e profilato con i parametri ottimali per la stampa in 3D: altezza dei layer 0,3 mm e ugello 0,6 mm.

L’oggetto è stato stampato in circa 200 ore di stampa con una stampante 3D professionale AXARA da Opera 3D in 8 parti: una per il basamento e 7 per il busto, per un totale di circa 20 kg di filamento composto da PLA e caricato con polvere di pietra.

 


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