Una sanità sempre più moderna e innovativa, capace di mettere a disposizione dei cittadini nuovi servizi digitali: strumento chiave della trasformazione e modernizzazione del sistema sanitario nazionale sarà il Fascicolo sanitario elettronico 2.0, oggi al centro di un convegno, “L’innovazione nel SSN, il Fascicolo sanitario elettronico 2.0 per modernizzare la sanità”, che al ‘DAMA Tecnopolo Data Manifattura Emilia-Romagna’, a Bologna, raduna per l’intera giornata esperti a confronto.
Protagonista del dibattito e delle tavole rotonde il potenziamento del Fascicolo sanitario elettronico, il cosiddetto FSE 2.0, e il relativo incremento delle competenze digitali dei professionisti del sistema sanitario: investimento previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza alla voce “Rafforzamento dell’infrastruttura tecnologica e degli strumenti per la raccolta, l’elaborazione e l’analisi dei dati e la simulazione (FSE)”. Uno strumento che in Emilia-Romagna viene molto utilizzato: sono oltre 4,3 milioni i cittadini iscritti al servizio sanitario regionale che hanno rilasciato il consenso attivo alla consultazione del Fse, con il consenso che sfiora il 90%.
Ad aprire i lavori, questa mattina, i saluti istituzionali di Michele de Pascale, presidente della Regione Emilia-Romagna, Massimo Fabi, assessore regionale alle Politiche per la Salute, Lorenzo Broccoli, direttore generale Cura della Persona, Salute e Welfare della Regione, Alessio Butti, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri all’innovazione tecnologica e transizione digitale e Stefano Lorusso, direttore generale ex Direzione generale della digitalizzazione, del sistema informativo sanitario e della statistica, ministero della Salute.
A seguire, momenti di approfondimento e tavole rotonde con focus specifico sull’Emilia-Romagna, impegnata come le altre Regioni a raccogliere l’ambiziosa sfida del PNRR: le indicazioni ministeriali prevedono infatti che il Fascicolo sanitario elettronico diventi un punto unico di accesso per i cittadini ai servizi del Sistema sanitario nazionale, indipendentemente dalla regione di appartenenza; un ecosistema di servizi basati su dati per consentire ai professionisti sanitari la diagnosi e la cura dei propri assistiti, e uno strumento per un’assistenza sempre più personalizzata sul paziente. Ma anche un sistema informativo per le strutture e le istituzioni sanitarie, che potranno utilizzare le informazioni contenute nel Fse a fini clinici e migliorare l’erogazione dei servizi sanitari.
“Il Fasciolo sanitario elettronico- commentano il presidente de Pascale e l’assessore Fabi- diventerà quindi lo strumento attraverso cui i cittadini accederanno ovunque ai servizi di sanità digitale, indipendentemente dal luogo di residenza, e contemporaneamente lo strumento di lavoro e condivisione fra gli operatori sanitari che, attraverso standard condivisi a livello nazionale, potranno attingere a dati omogenei di tutti i pazienti del Servizio sanitario nazionale. Un obiettivo importante, che semplificherà la vita dei cittadini e faciliterà il lavoro dei professionisti. La sanità dell’Emilia-Romagna è impegnata con un piano di lavoro e un cronoprogramma fino al 2026 per trasformare il Fasciolo sanitario elettronico in un vero e proprio contenitore di dati nativi digitali e omogenei per tutto il territorio nazionale. Il PNRR e il Fse 2.0- concludono de Pascale e Fabi- rappresentano un’opportunità unica, che la nostra Regione saprà cogliere, per favorire la trasformazione digitale nella sanità non solo dal punto di vista dell’adeguamento tecnologico, ma anche da quello della messa a disposizione dei cittadini di nuovi servizi digitali, sempre più a misura di paziente”.
In Emilia-Romagna sono stati predisposti specifici piani operativi sia per l’adeguamento dei sistemi informativi agli standard e agli indirizzi dettati dalle linee guida ministeriali, sia per lo sviluppo delle competenze digitali dei professionisti del sistema sanitario. Un lavoro corale, a cui tutti gli attori e i professionisti del Sistema sanitario sono chiamati a contribuire, accompagnato a livello nazionale e locale da una serie di azioni che permettono di condividere obiettivi e modalità di attuazione.
“L’avvio del roadshow regionale in Emilia-Romagna- aggiunge il sottosegretario Butti- segna un momento importante nella nostra strategia per rendere il Fascicolo sanitario elettronico uno strumento realmente efficace e accessibile a tutti i cittadini. L’Emilia-Romagna, con la sua eccellenza nel settore sanitario e la sua forte vocazione all’innovazione, rappresenta un territorio ideale per avviare questo percorso di informazione e coinvolgimento. Il Fascicolo sanitario elettronico è una risorsa fondamentale per migliorare la qualità e l’efficienza del nostro sistema sanitario. Grazie alla digitalizzazione dei dati, i cittadini potranno avere un accesso più rapido e sicuro alle proprie informazioni sanitarie, mentre i professionisti della salute potranno contare su un quadro clinico completo e aggiornato per prendere decisioni più informate. Attraverso questo roadshow, vogliamo ascoltare le esigenze e i suggerimenti dei cittadini, dei medici e degli operatori sanitari, per garantire che il Fascicolo Sanitario Elettronico risponda pienamente alle loro aspettative. Siamo convinti- chiude Butti- che solo attraverso un dialogo aperto e costruttivo potremo realizzare un sistema sanitario digitale all’avanguardia, in grado di offrire servizi sempre più personalizzati e di qualità”.
Oltre 4,3 milioni di Fascicoli attivi in Emilia-Romagna
In Emilia-Romagna sono oltre 4,3 milioni i cittadini iscritti al servizio sanitario regionale che hanno rilasciato il consenso attivo alla consultazione del Fse, con un dato del consenso che sfiora il 90%; una piccolissima quota di assistiti, inferiore all’1%, ha negato il consenso, e la parte rimanente non lo ha ancora espresso. Nel 2024 gli accessi da parte dei cittadini hanno sfiorato i 68 milioni, con oltre 72 milioni di documenti consultati. 6 milioni e 700 mila sono stati gli accessi medi mensili, e 7 milioni e 200mila i documenti consultati mediamente ogni mese. Tra i professionisti, oltre ai Medici di medicina generale e Pediatri di libera scelta che hanno integrati nelle proprie cartelle strumenti per la consultazione, sono soprattutto i farmacisti a servirsi in modo consistente del Fse (oltre 19 milioni di accessi nel 2024), per consultare le prescrizioni dematerializzate di farmaci, ai fini dell’erogazione.