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Il Parco nazionale pianta ‘Miliardo e una’, la piccola quercia che ricorda i 30 anni dalla legge sulle aree protetteSi chiama “Miliardo e una” ed è la miliardesima e una pianta, una quercia, idealmente presente nell’Appennino tosco emiliano dove, appunto, si stima che il patrimonio forestale sia di circa mille milioni di alberi. È stata piantata stamane a Ginepreto di Castelnovo Monti alla presenza dei vertici del Parco stesso.

È stato così accolto l’invito del Ministero della transitone ecologica (ambiente), rivolto ai 25 Parchi nazionali d’Italia, in occasione del trentennale della Legge quadro (394 del 1991) sulle aree protette in Italia. Si trattò di un evento storico perché finalmente il Paese si dotò di una normativa organica che dettava e tuttora detta i principi fondamentali per l’istituzione e la gestione delle aree naturali protette, al fine di garantire e di promuovere, in forma coordinata, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale del Paese. Una legge che arrivava dopo una lunga attesa, ma allo stesso tempo raccoglieva molto delle poche esperienze positive che si erano realizzate in Italia.

“Grazie alla legge quadro l’Italia – commentano dal Parco nazionale dell’Appennino – oggi l’Italia può contare oggi su 25 Parchi nazionali – tra i quali il nostro tra Emilia e Toscana -, 27 Aree marine protette, 140 Parchi Regionali, 147 Riserve naturali Statali, 365 Riserve naturali Regionali, 171 altre aree naturali di interesse Regionale”.
“In soli trent’anni è stato svolto un lavoro enorme che ha prodotto grandi risultati sul piano della conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale, pur tra difficoltà, criticità e nuove sfide – commenta Fausto Giovanelli, presidente del Parco nazionale dell’Appennino -. Come ricorda Gianantonio Stella oggi sul Corriere, con la legge 394 del 1991 si è dato seguito alla visione di Benedetto Croce che proprio cento anni fa illustrò il suo disegno di legge (in vigore dal 1922) ‘per la tutela delle bellezze naturali’ associando ‘lo spettacolo di acque precipitanti nell’abisso, di cime nevose, di foreste secolari e di orizzonti infiniti’ alla ‘stessa sorgente da cui fluisce la gioia che ci pervade alla contemplazione di un quadro, all’audizione di una melodia ispirata, alla lettura di un libro fiorito di immagini e di pensieri’ spiegò lo stesso Croce, andava in qualche modo integrata. Non si trattava solo di una ‘carezza del suolo agli occhi’ (e già sarebbe bastato) ma ancora di più: della ‘difesa della patria’. Da proteggere anche attraverso un equilibrio corretto con la natura: un inestimabile valore ambientale, ecologico, economico, sanitario”.

“Alla piccola quercia chiamata Miliardo e una, che sorge per altro accanto a una quercia monumentale, il compito di ricordarci, oggi e per il futuro, che è anche grazie ai parchi che, oggi, possiamo godere di aree protette capaci si saziare tutti i sensi umani con la loro straordinaria bellezza e composizione di persone e tradizioni”.

 


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